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Pagani, dimissioni del sindaco. “Viviamo Pagani”: “Si lascia la città in balia della tempesta” Provincia e Regione 

Pagani, dimissioni del sindaco. “Viviamo Pagani”: “Si lascia la città in balia della tempesta”

Pagani, alle dimissioni del sindaco facente funzioni Anna Rosa Sessa, subito si scatena la reazione politica in città. A parlare attraverso una nota stampa il gruppo civico “Viviamo Pagani”. “Si dimette il sindaco facente funzioni Annarosa Sessa. A meno che non si tratti di un estremo tentativo di tirare le fila di una maggioranza che ormai non esiste più (se mai è esistita). – si legge nella nota del gruppo – Dubbio lecito se si pensa al loro modo di agire. Dimissioni che non possono e non devono avere il sapore del vittimismo. Si tratta di una scelta tesa solo ad evitare la certificazione (Se ancora c’è ne fosse bisogno) di un imminente e definitivo fallimento di un’amministrazione che nulla ha fatto in questo anno se non accapigliarsi e creare problemi. Si abbandona la guida della città. Si abbandona la città . Si abbandona alla vigilia di un consiglio comunale che avrebbe dovuto vedere l’approvazione del rendiconto, che avrebbe dovuto vedere la proroga contrattuale dei lavoratori della Pagani Servizi, che avrebbe dovuto dare riposte serie alla città. Scelte che a loro stesso dire avrebbero dovuto evitare davvero un commissariamento, lungo o breve che fosse. Si lascia l’ente, i dipendenti, i cittadini tutti in balia della tempesta. Responsabilità, senso del dovere, impegno, legittimità. Parole che riempiono fogli, ma che non trovano riscontro se non in scelte basate sul “si salvi chi può”. Perciò vi preghiamo, risparmiateci video e dichiarazioni da predica domenicale. Perché la colpa non è di una, di due o di dieci persone. La colpa è di chi si è proposto alla città sapendo di non poterlo fare. La colpa è del re, del giullare, passando per il consigliere di corte ed i vassalli. La colpa è di chi vede Pagani come un corpo morto, sì, ma sufficientemente caldo da poter ancora soddisfare la propria fame. Mai campagna elettorale fu più trucida per la città. Mai momento più forte per decidere, ciascuno di noi, cittadino dopo cittadino, del futuro della nostra città.Ferita si, ma fidatevi non morta”.

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