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Ospedale di Salerno, il pm conferma: «Tangenti per operare» Cronaca Primo piano 

Ospedale di Salerno, il pm conferma: «Tangenti per operare»

A due anni e mezzo dall’ordinanza che lo condusse per tre mesi agli arresti domiciliari, la Procura di Salerno conferma per il neurochirurgo Luciano Brigante l’accusa di concussione, e gli contesta cinque episodi in cui l’ex primario del Ruggi avrebbe chiesto denaro a pazienti gravemente ammalati in cambio dell’impegno a operarli in tempi rapidi, scavalcando le liste d’attesa.

Cinque casi, dal gennaio al dicembre del 2014, in cui a persone affette da patologie tumorali o da compromissioni della colonna vertebrale sarebbe stata prospettata un’alternativa agghiacciante: pagare la “tangente” – e garantirsi così un intervento chirurgico specializzato in tempi brevi – oppure restare nel limbo di una lista d’attesa che poteva essere lunghissima e che temevano fatale.

Nell’avviso di conclusione delle indagini, firmato dal sostituto procuratore Valleverdina Cassaniello e vistato dall’aggiunto Luigi Cannavale , si parla di “mazzette” che andavano dai 1.500 ai 2mila euro e che sarebbero state consegnate dai familiari dei malati direttamente nelle mani di Brigante, «all’interno del proprio ufficio ubicato presso il reparto di neurochirurgia».

Non è stata invece confermata l’ipotesi di concussione per gli altri sei episodi oggetto d’indagine, in cui il primario salernitano operò insieme al luminare giapponese Takanori Fukushima e per i quali sono finiti sotto inchiesta con lui lo stesso medico nipponico, la caposala Anna Rita Iannicelli e il neurochirurgo Gaetano Liberti , che per quattro volte dalla clinica privata di San Rossore (in provincia di Pisa) avrebbe dirottato pazienti a Salerno. (fonte: lacittadisalerno.it)

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