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Ok recarsi nelle seconde case anche fuori dalla propria Regione. Lombardia rossa fino al 31 gennaio Attualità Italia e Mondo Primo piano 

Ok recarsi nelle seconde case anche fuori dalla propria Regione. Lombardia rossa fino al 31 gennaio

Per addolcire un po’ il lockdown morbido che da oggi vige di nuovo in quasi tutta Italia – con 2 regioni rosse e 12 arancioni – c’è il permesso di andare nelle seconde case. Palazzo Chigi ha chiarito che in base al nuovo Decreto del presidente del Consiglio (Dpcm) saranno raggiungibili anche fuori della propria regione. Lombardia e Sicilia, rispettivamente epicentro della pandemia nella prima ondata e nuovo scenario di diffusione del virus, si avviano al ‘rosso’ con spirito opposto. Mentre Attilio Fontana prepara il ricorso contro la decisione del governo, a suo giudizio basata su dati superati (ma anche ieri la Lombardia ha registrato il maggior numero di test positivi), il presidente siciliano Nello Musumeci ha invocato in prima persona la chiusura.

Il terzo territorio in zona rossa è la Provincia autonoma di Bolzano, l’Alto Adige, che a sua volta non ci sta e preannuncia battaglia. Cinque le regioni che restano in fascia gialla: Campania, Sardegna, Basilicata, Toscana e Molise, così come la Provincia autonoma di Trento. Tutte le altre saranno arancioni, per un Paese che in gran parte manterrà le restrizioni del periodo natalizio di fronte a una circolazione sempre molto minacciosa del virus.

“Le ordinanze sono costruite sulla base di dati oggettivi e indirizzi scientifici – ricorda il ministro della Salute Roberto Speranza -. Hanno la finalità di contenere il contagio in una fase espansiva dell’epidemia. Per questo rispettarle è decisivo se non si vuol perdere il controllo del contagio”.

E così da oggi fino al 5 marzo diffuse chiusure di attività commerciali, piscine e palestre, autocertificazioni per gli spostamenti, coprifuoco dalle 22 alle 5, asporto dai bar solo fino alle 18. Nelle zone gialle invece nei giorni feriali riapriranno i musei con accessi contingentati.

Il divieto di spostamento tra regioni durerà fino al 15 febbraio, mentre un miraggio rimane al momento la zona bianca – con tutto riaperto -, nuova invenzione cromatica per la quale bisognerà aspettare un calo drastico della curva. Fanno eccezione le seconde case. Come anticipato dal Corriere della Sera, fonti di Palazzo Chigi hanno confermato che “è comunque consentito il rientro alla propria residenza, domicilio o abitazione” e, diversamente dal decreto di Natale, non è specificato il divieto degli spostamenti verso le seconde case ubicate in altra Regione, che si trovi in una regione in fascia gialla, arancione o rossa. L’unico limite riguarda il fatto che potrà spostarsi soltanto il nucleo familiare.

In Valle d’Aosta spostamenti consentiti dalle 5 alle 22 su tutto il territorio regionale, capoluogo compreso: è quanto prevede un’ordinanza del presidente della Regione Erik Lavevaz, dopo la collocazione in zona arancione. Intanto ieri, nell’ultimo giorno giallo per tutti, prima della nuova stretta, nelle grandi città molta gente in strada, specie nelle regioni che da oggi diventano arancioni o rosse. A Roma vigilia spensierata con gruppetti di turisti e sul litorale famiglie in gita. A Torino vie del centro affollate e calca sotto i portici, code fuori dai negozi e dehors dei bar al completo. Per Lazio e Piemonte arriva la zona arancione. In aumento i controlli delle forze dell’ordine. Sono 1.364 le persone sanzionate e 19 quelle denunciate venerdì – in salita rispetto alla media del periodo -, secondo il ministero degli Interni. Sono stati controllati 16.274 attività o esercizi commerciali, 106 titolari sono stati sanzionati, 29 locali sono stati chiusi. Cifre sulle quali probabilmente incide la protesta dei ristoratori #ioapro. (Ansa)

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