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Moratoria su prestiti e linee di credito delle PMI, il Piano Marshall italiano Attualità Economia 

Moratoria su prestiti e linee di credito delle PMI, il Piano Marshall italiano

Un piano Marshall contro la pandemia. E’ il mantra che in Italia corre di bocca in bocca. Un piano Marshall per l’Italia o per l’intera Europa? Erogato da chi? Dall’Unione europea è la risposta; alcuni dicono dalla Banca centrale, ma nell’uno o nell’altro caso paghiamo anche noi pro quota! Ma il vero piano Marshall fu tutt’altro: sostanzialmente un dono da parte degli americani ai paesi distrutti dalla guerra, una iniezione di denaro dall’esterno, per l’84 per cento a titolo gratuito.
Mentre la pandemia di coronavirus accelera a livello mondiale, le misure intraprese per contenere i danni all’economia globale non sembrano sufficienti a rispondere alla crisi finanziaria che si sta delineando. Nonostante un impegno a fare “tutto il necessario” da parte dei leader politici, le azioni messe in campo finora da Governi e banche centrali non hanno convinto mercati e imprese ed il rischio è quello di una recessione, di una crisi finanziaria globale.
Dunque in attesa di capire quale sarà, a metà aprile, la risposta dell’Unione Europea alla crisi, l’Italia ha emanato, dieci giorni fa, il Decreto c.d. “Cura Italia”. Si tratta di un provvedimento che pone in essere misure di sostegno a cittadini ed imprese.

Con riferimento a queste ultime, assume particolare rilievo la moratoria straordinaria dei prestiti e linee di credito bancarie, con l’obiettivo di ridurre le tensioni finanziarie e generare ricadute positive sulla liquidità delle aziende. Per i prossimi sei mesi (senza voler essere troppo ottimisti) esse si ritroveranno a dover fronteggiare gli impegni finanziari nei confronti di fornitori, dipendenti, Erario e istituti di credito in un contesto di riduzione, e in alcuni casi perfino di blocco, della propria attività. Chi sacrificare? Sicuramente penalizzare fornitori e dipendenti peggiorerebbe ulteriormente la crisi innescando un effetto domino di insolvenze e riducendo il potere d’acquisto delle maestranze. Dunque ben vengano iniziative del Governo volte a procrastinare nel tempo gli impegni finanziari verso i soggetti istituzionali (Stato e Banche). Se negli intenti il Decreto assume una importanza indiscutibile, rimane il problema di come migrare questa volontà in procedure attuative chiare, semplici e veloci in un contesto in cui anche le banche vivono un rallentamento dovuto alle contingenti misure restrittive. Si lavora a mezzo servizio ma le misure sono urgenti e se si vuole salvare il tessuto imprenditoriale italiano bisogna agire subito.

L’ABI, a valle delle misure governative, ha siglato un accordo con le associazioni di imprese per rendere efficaci le misure previste dal Decreto e dunque consentire alle PMI di sospendere o allungare i termini dei prestiti concessi, fino al 31 gennaio 2020, dal ceto bancario. L’obiettivo dell’Associazione è snellire le procedure e assicurare la massima tempestività nelle risposte agli imprenditori che fanno richiesta di moratoria. E’ sufficiente un’autocertificazione dell’imprenditore che può essere trasmessa anche via PEC al proprio istituto di credito.

L’impresa deve auto-dichiarare:

  • il finanziamento per il quale si presenta la comunicazione di moratoria;
  • di aver subito in via temporanea carenze di liquidità quale conseguenza della diffusione dell’epidemia da COVID-19;
  • di soddisfare i requisiti per la qualifica di micro, piccola o media impresa;
  • di essere consapevole delle conseguenze civili e penali in caso di dichiarazioni mendaci ai sensi dell’art. 47 DPR 445/2000.

Le banche e gli intermediari finanziari vigilati e gli altri soggetti abilitati alla concessione del credito in Italia sono tenuti ad accettare le comunicazioni di moratoria se rispettano i requisiti previsti dal decreto-legge. Ciò tra l’altro non implica, quindi, che la banca debba verificare la veridicità delle autodichiarazioni effettuate dalle imprese, ma solo che la predetta comunicazione contenga gli elementi sopra indicati.

Anche il Fondo di Garanzia delle PMI è stato interessato dalle misure a sostegno della liquidità delle imprese quale soggetto deputato a garantire i prestiti bancari delle imprese meritevoli e rendere più agevole la concessione della moratoria. Per le operazioni garantite dal Fondo, per le quali le banche o gli intermediari finanziari hanno accordato la moratoria, anche di propria iniziativa, la durata della garanzia del Fondo è estesa di conseguenza.

L’ABI spiega anche che “con la Circolare n. 8/2020 del Gestore, il Consiglio di amministrazione del Fondo ha deliberato di applicare tale disposizione anche alle imprese che abbiano delle posizioni debitorie classificate dalla banca come non-performing e per i finanziamenti che presentino rate scadute da più di 90 giorni. Sono inoltre ammissibili alla garanzia del Fondo i finanziamenti a fronte di operazioni di rinegoziazione del debito dell’impresa, purché il nuovo finanziamento preveda l’erogazione di credito aggiuntivo pari ad almeno il 10% dell’importo del debito residuo del finanziamento oggetto di rinegoziazione”.

Le misure a sostegno della liquidità così come formulate, tentano di non aggravare i bilanci delle aziende di credito sia attraverso la suddetta estensione del fondo di garanzia delle PMI, che di fatto mitiga il rischio creditizio della banca, sia perché l’Istituto può fare a meno di qualificare il credito sospeso come deteriorato, e così di inserire gli accantonamenti di legge che “assorbono” il capitale di vigilanza. Tale ultima questione è perorata in ambito europeo proprio dall’ABI che, insieme alle Associazioni delle Imprese, si è impegnata a promuovere una modifica delle attuali disposizioni di vigilanza riguardo le misure di Tolleranza (cd. forbearance) che altrimenti sarebbero troppo penalizzanti per le Banche italiane.

Rispetto al sospirato “Piano Marshall”, inteso come una manna dal cielo, le misure a sostegno dell’economia che si stanno mettendo in piedi, assumono più i connotati di “Progetto Corale” in cui ciascuna parte coinvolta è protagonista nel raggiungimento di un unico obiettivo.

 







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