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Mazzette al Ruggi, rinviati a giudizio due medici Cronaca Primo piano 

Mazzette al Ruggi, rinviati a giudizio due medici

Si sarebbe fatto pagare per scavalcare le liste di attese ed avrebbe usatole sale operatorie dell’ospedale Ruggi senza le autorizzazioni. Con queste accuse è stato rinviato a giudizio il neurochirurgo Luciano Brigante, 54 anni, di Avellino, che nel 2016 fu coinvolto nel grosso scandalo sulle mazzette per anticipare gli interventi neurochirurgici insieme al luminare nipponico, Takanori Fukushima, per il quale la Procura di Salerno ha proceduto separatamente, non essendo stato possibile notificargli gli atti dell’inchiesta. Brigante dovrà difendersi dalle accuse di concussione e peculato. Per quest’ultimo reato risponde in concorso con il collega Gaetano Liberto, toscano. Prosciolta, invece, da tutte le accuse la caposala Anna Rita Iannicelli, 52 anni, di Salerno (difesa dall’avvocato Stefania Pierro), che svolgeva anche le funzioni- scrive la Città-, all’epoca dei fatti, tra il mese di aprile del 2014 e gennaio del 2015, le funzioni di coordinatrice dell’attività infermieristica e della gestione delle sale operatorie. Per la caposala erano già caduti i gravi indizi di colpevolezza dopo la pronuncia della Cassazione. Gli ermellini avevano respinto, senza rinvio, i gravi indizi di colpevolezza anche a carico del capo dipartimento del settore Neuroscienze, Renato Saponiero, 64 anni (difeso dall’avvocato Agostino Allegro), prosciolto, a sua volta, dalla grave accuse di abuso di atto d’ufficio, ma chiamato a giudizio per omessa denuncia (un reato punibile con un’ammenda inferiore a mille euro, ndr). Secondo l’accusa, Saponiero non informò l’autorità giudiziaria delle segnalazioni avute da due colleghi di reparto «circa l’agire illecito del loro primario Brigante in ordine alla pretesa di denaro ed all’elusione delle liste di attesa».

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