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Marcia pace a Napoli: “Fermare subito le armi: i giovani chiedono cessate il fuoco” Attualità Primo piano 

Marcia pace a Napoli: “Fermare subito le armi: i giovani chiedono cessate il fuoco”

“Da Napoli ci sono due messaggi che si intrecciano. Il Mediterraneo significa multilateralismo e multiculturalismo e apertura ai popoli, alle culture e alle religioni. Giovani significa futuro, siamo la regione più giovane di Italia, vedete quante migliaia di ragazzi in questa piazza che è per loro perché per loro dobbiamo arrivare al cessare il fuoco e svegliare l’Italia, l’Europa dal sonno della ragione”. Lo ha detto il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca a margine della manifestazione per il cessare il fuoco in Piazza del Plebiscito a Napoli.

De Luca: “Fare come per Vietnam”
“Mentre parliamo oggi – ha aggiunto De Luca- ci sono migliaia di giovani che muoiono in Ucraina, mutilati, deportati. Blocchiamo la guerra e inseriamo nelle Nazioni Unite una conferenza che chiede di partecipare alla Cina popolare che può esercitare una pressione decisiva nei confronti della Russia e riapriamo il dialogo. Ricordiamo che in queste settimane nel secolo scorso si è trattato per fermare la guerra in Vietnam: mentre erano presenti 500mila soldati americani in Vietnam a Parigi l’armistizio che fu il primo passo alla risoluzione della guerra. Dobbiamo fare la stessa cosa, chiedere e pretendere un primo passo, fermate le armi e cessate il fuoco”.

Manfredi: “Italia è nella Nato: decisioni da prendere insieme”
” L’invio o meno di nuove armi è una scelta che dev’essere fatta dai partiti. essere libero e vuole difendere i nuovi confini”. Lo ha detto il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi,per chiedere il cessare il fuoco in Ucraina. Sul si o no all’invio di armi, Manfredi ha detto: “Questa è una valutazione che bisogna fare insieme alla comunità internazionale. L’Italia è in un’alleanza, nella Nato, e quindi queste decisioni vanno prese insieme. Noi non possiamo non essere parte di una coalizione che fino ad oggi ha sostenuto l’Ucraina. Io credo che si possa fermare l’invio nel momento in cui c’è una volontà da parte delle grandi nazioni di sedersi intorno a un tavolo e di discutere. E mi auguro che chi ha la possibilità di farlo lo faccia”. Manfredi ha risposto anche alla domanda su chi non ha partecipato alla manifestazione di oggi: “Quando si parla di pace – ha detto – dobbiamo guardare anche alla libertà di espressione. Ci sono tante manifestazioni che spingono in questa direzione, questa è una, chi ha preferito non partecipare a questa manifestazione e partecipare ad altre fa una libera espressione democratica. Penso che quando parliamo di pace la pace è una parola intorno alla quale si riconoscono tutti coloro che hanno a cuore gli interessi dei popoli”.

Ricci (Cgil): “Pace non è referendum su chi la propone”
“Ben vengano tutte le iniziative che si pongono come obiettivo la Pace, lo stop alla guerra, all’aggressione di Putin all’Ucraina e al suo popolo. Come Cgil abbiamo aderito alla mobilitazione del 21 ottobre scorso ‘Europe Peace’ e saremo a quella nazionale del 5 novembre a Roma e all’appuntamento del 19 novembre a Napoli, iniziativa avviata da Pax Christi. Un movimento che nasce dal basso, di associazioni, cittadini, movimenti, sindacati e politiche deve avere un unico punto d’arrivo: pace ad ogni costo, attraverso la costruzione di un tavolo iniziato dall’Onu”. Lo ha detto il segretario generale della Cgil Napoli e Campania, Nicola Ricci, a margine della Marciad ella pace in corso oggi a Napoli. “Penso – ha aggiunto Ricci – che bisogna stare fuori da ogni polemica e dalle strumentalizzazioni. Non bisogna porsi il problema su chi promuove le iniziative, ma ragionare su quali sono gli obiettivi. Quando abbiamo preso tempo per decidere se aderire o meno alla Marcia di oggi, lo abbiamo fatto per ragionare sugli obiettivi della manifestazione. Se trasformiamo la discussione in un referendum su chi promuove la mobilitazione, distogliamo l’attenzione dal suo vero obiettivo che è quello della pace”. “Noi oggi ci siamo – ha concluso Ricci – perché l’obiettivo è la pace, l’unico argomento convincente. Perché il rischio di una guerra nucleare è reale, perché l’escalation continua e perché non si intravedono, soggetti credibili e deputati a promuovere tavoli di pace”.

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