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L’ospedale “da Procida” vuoto riparte senza Covid Attualità 

L’ospedale “da Procida” vuoto riparte senza Covid

Da ospedale Covid a sede deputata ad assistere ammalati bisognosi di cure che afferiscono al reparto di Pneumologia e per effettuare prestazioni erogate dal reparto di Riabilitazione motoria, respiratoria e neurologica. L’ospedale “da Procida” si sta preparando a tornare alla normalità post Covid, pertanto secondo i piani del dg dell’Azienda “Ruggi d’Aragona”, Vincenzo D’Amato, non saranno più curati eventuali pazienti contagiati. Dopo il periodo di attesa per verificare l’andamento dei contagi, è sembrato che il Coronavirus stesse battendo in ritirata e perciò l’ex sanatorio diventerà sede no Covid: chi si ammalerà sarà assistito nei presidi dell’Asl, come l’ospedale di Scafati, già deputati ad accogliere i pazienti contagiati, o al “Cotugno” di Napoli, a meno che il prossimo autunno non riservi amare sorprese e i piani non vadano rivisti, quindi in tal caso ci dovranno essere nuove decisioni da prendere. Difatti il team del reparto infettivo trasferitosi da via San Leonardo al “da Procida” è ritornato al “Ruggi”; mentre i moduli esterni da 24 posti Covid rimangono lì chiusi in attesa che si sblocchi la situazione.

Dunque si sta lavorando per ritornare alle consuete prestazioni della sede di via Calenda, sono previsti chiaramente, come per il “Ruggi” e i presidi di provincia annessi all’Azienda, test rapidi prima dell’accesso in ospedale, con la misurazione della temperatura corporea, per accedere agli ambulatori che pure saranno aperti tra non molto tempo. Dunque all’ex sanatorio riprende vita il reparto ordinario di Pneumologia, diretto da Natalino Barbato, con 8 posti letto, mentre al “Ruggi” rimane attivo l’altro reparto di Pneumologia, quello universitario, dotato di 12 posti letto, diretto dal professore Sergio Poto. Inoltre si sta lavorando per ripartire anche con la riabilitazione, quindi in questi giorni si lavorerà per pulire la palestra, la piscina e tutti gli spazi che in questi mesi sono stati inutilizzati in seguito alla conversione dell’ex sanatorio in presidio Covid. A giorni, quindi, dovrebbe ripartire l’area della Riabilitazione che era stata chiusa, con le due consuete sezioni collegate alla medicina riabilitativa, preventiva, di diagnosi e terapia e riabilitazione della disabilità conseguenti a varie malattie invalidanti, congenite o acquisite. Ripartirà la riabilitazione Neuromotoria, diretta da Gemma Siano e la riabilitazione Cardiologica, diretta da Carmine Vecchione preside della facoltà di Medicina dell’ateneo di Salerno.

A breve al “da Procida” riprenderanno anche le visite ambulatoriali: saranno riaperti gli ambulatori di Pneumologia, sono circa 4000 le persone passate per gli ambulatori di via Calenda, dunque si prevede che ritornino i ritmi delle consuete prestazioni. Riprenderanno le visite collegate ai problemi dell’apparato respiratorio, polmonari e tumorali, versamenti pleurici, insufficienze respiratorie e tutte quelle patologie che colpiscono decine di utenti che periodicamente si rivolgono alle prestazioni del “da Procida”. Ma intanto i sindacati- scrive la città- polemizzano perché ritengono che sia l’Asl di Salerno sia l’Azienda “Ruggi” abbiano abbassato troppo la guardia rispetto alle misure precauzionali anti Covid. Di emergenza epidemiologica non ancora alle nostre spalle parla il segretario generale Cisl, Pietro Antonacchio: «Rappresentiamo i timori dell’attuale fenomeno di lieve aumento delle morti e dei contagi registrati sul territorio nazionale, determinatasi a seguito di una sopravvalutazione della remissione del potenziale di contagio ancora evidente ».

È il caso di sottolineare, secondo la Cisl, che la dismissione delle attività di sanificazione verificatasi presso il pronto soccorso dell’ospedale “Ruggi” e la riduzione delle unità presso alcuni presidi di pronto soccorso Covid, come quella attuata nel presidio di Scafati, e il conseguenziale aumento di pazienti registrato nell’ultima settimana, sarebbero il segnale che si sta abbassando la guardia sul fenomeno «troppo presto e inopportunamente». In questo modo i presidi potrebbero trovarsi impreparati ad affrontare eventuali mutevoli e repentini cambiamenti delle condizioni epidemiologiche. «È necessario continuare- scrive ancora la Città- a monitorare l’attuale situazione con estrema attenzione, poiché i segnali impongono massima attenzione, dal momento che potrebbe essere in atto un brutto segno di inversione e va puntualizzato che comunque resta elevato il numero dei contagi ». Infine l’appello di Antonacchio affinché «le unità di crisi aziendali non smantellino tutta l’organizzazione messa in campo per fronteggiare l’epidemia in atto, riorganizzazione già in atto e che sta subito mostrando segnali inappropriati ».

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