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L’ex commissario dell’Asl di salerno indagato per lo scandalo “Pineta Grande” a Castelvolturno Attualità Cronaca 

L’ex commissario dell’Asl di salerno indagato per lo scandalo “Pineta Grande” a Castelvolturno

Scandalo Pineta Grande, l’ex commissario dell’Asl di Salerno finisce nei guai. C’è pure il nome di Antonio Postiglione, ex numero uno dell’Azienda sanitaria locale salernitana, nel lungo elenco degli indagati nell’ambito dell’inchiesta che ha portato all’arresto dell’imprenditore della sanità Vincenzo Schiavone, titolare della “Pineta Grande”, la clinica di Castel Volturno. Le ipotesi di reato contestate all’ex manager della sanità salernitana sono quelle di corruzione, abuso d’ufficio e induzione indebita a dare o promettere utilità. Nell’inchiesta risultano indagate elitre trentotto persone, alle quali i carabinieri del Nucleo Investigativo di Caserta hanno notificato l’avviso di garanzia emessa dalla Procura. Tutto era partito da un’altra inchiesta sulle presunte illiceità
a firma di un geometra dell’ufficio tecnico del Comune di Castel Volturno: e da lì che si dipana la nuova indagine che ha scatenato un terremoto nella sanità campana. Nell’ambito della prima inchiesta, infatti, era stato emesso, a settembre del 2019, un decreto di sequestro preventivo della clinica privata “Pineta Grande”: alla struttura, proprio in quei giorni, si stavano effettuando dei lavori di ampliamento. E con l’ampliamento della clinica, che ha avuto il via libera proprio in virtù di delibere di consiglio comunale e con i successivi permessi di costruire, la struttura sarebbe passata da 150 a 574 posti letto. Un aumento che sarebbe avvenuto, secondo gli inquirenti, violando le norme riguardanti la realizzazione e- l’ampliamento delle strutture sanitarie, la regolamentazione regionale in materia e la normativa edilizia e urbanistica. Così al vaglio degli inquirenti è finita pure una carta rilasciata dalla Direzione Generale della Regione per la Tutela della salute e il Coordinamento del Sistema Sanitario regionale, a capo della quale c’è proprio il dirigente Postiglione: un atto tampone, secondo gli investigatori, che avrebbe consentito a Schiavone di mettere una pezza sulla questione dei posti letto. Schiavone avrebbe
prodotto atti non corrispondenti al vero, non presentando alcun piano preventivo, sebbene fosse richiesto dalla legge regionale. La direzione della clinica si era sempre difesa spiegando che i posti letto era no stati recuperati dalla chiusura delle altre strutture di proprietà. Tra gli indagati figurano anche i nomi di Arturo Romano, consigliere del presidente della giunta regionale, Vincenzo De Luca, pei i rapporti con il sistema sanitario regionale, in capo al quale pendono le stesse accuse contestate a Postiglione, e Lui-io Podda, funzionario della giunta regionale, al quale vengano contestate le ipotesi di redto di corruzione e abuso d’ufficio. Alla Direzione generale pei la tutela della salute e il coordinamento del sistema sanitario regionale il manager ischitano ci era arrivato proprid dopo essere stato, per poco meno di un anno, alla guida dell’Asl di Salerno: fedelissimo del governatore, era stato nominato commissario ad agosto 2015 e a maggio 2016 fu spostato nel capoluogo di regione.

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