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La truffa per il giovane tifoso morto, avvocato e capo ultras nei guai Cronaca Primo piano 

La truffa per il giovane tifoso morto, avvocato e capo ultras nei guai

Ci sono anche un avvocato (arrestato) e un capo tifoso della Salernitana (obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria) tra le persone raggiunte stamani da ordinanza del gip di Salerno con l’accusa di truffa.

L’ avvocato e il tifoso granata avrebbero commesso una raggiro nei confronti dei genitori di un 20enne, appartenente agli “ultras”, deceduto in un incidente stradale. In particolare, secondo la ricostruzione fatta propria dal Giudice, il capo del gruppo dei tifosi, sfruttando la fiducia a lui riconosciuta proprio in quanto leader della tifoseria organizzata, sarebbe riuscito a carpire la buona fede dei genitori della vittima, ai quali avrebbe indicato il predetto legale per le procedure assicurative relative alla morte del figlio.

L’avvocato-scrive la Procura-, mediante la falsificazione totale o parziale di documentazione fiscale attestante presunte spese sostenute in relazione al funerale della vittima e successive consulenze tecniche di parte, avrebbe poi indotto in errore i familiari circa gli oneri complessivamente lui dovuti, appropriandosi della somma di 160 mila euro, dal totale del risarcimento liquidato dall’assicurazione per il sinistro, ripartendola con il capo ultras e un altro indagato. A tutti gli indagati è contestata l’aggravante di aver approfittato della “condizione di minorata difesa delle vittime, dovuto allo stato di sofferenza psicologica derivante dalla morte del giovane”.

Parte della somma provento di truffa sarebbe stata poi riciclata attraverso una fattura falsa di 43.310 euro, emessa dalla società di consulenza di proprietà della moglie di uno dei tre. Le indagini, anche bancarie, hanno consentito inoltre di ipotizzare che la citata donna, legale rappresentante di un’impresa individuale con sede in Pontecagnano Faiano  mediante l’utilizzo e la presentazione di dichiarazioni e documentazione attestante cose non vere, avrebbe conseguito indebitamente un contributo a fondo perduto che lo Stato ha erogato al fine di sostenere le imprese colpite dall’emergenza epidemiologica “Covid-19”, ricavandone un vantaggio patrimoniale quantificato in 30.856 euro corrisposto dall’Agenzia delle entrate, mediante accreditamento diretto in conto corrente intestato al soggetto beneficiario.

Da qui la connessa ipotesi delittuosa di indebita percezione di erogazioni pubbliche.

Comunicato stampa Procura Salerno

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