You are here
La parcella arriva dopo la morte: burocrazia a rilento Provincia e Regione 

La parcella arriva dopo la morte: burocrazia a rilento

Dopo 30 anni dovrebbe finalmente chiudersi un contenzioso giudiziario in atto tra il Comune di Salvitelle ed un ingegnere, ora defunto, per il pagamento a quest’ultimo di una parcella di 130 milioni di Lire. Il Comune di Salvitelle è stato infatti condannato a pagare una cifra pari a circa 70mila euro alla vedova dell’ingegnere Ugo Oricchio quale compenso professionale per la progettazione della strada intercomunale Salvitelle – Vietri di Potenza. Incarico conferito circa 30 anni fa all’ingegnere e per il quale era stato previsto un onorario di 130 milioni delle vecchie lire. La decisione è stata adottata con sentenza dal Consiglio di Stato che, in caso di inottemperanza da parte del Comune, provvederà a nominare un commissario ad acta con il compito di provvedere al pagamento del debito maturato nei confronti della vedova del progettista della strada. Per capire come sia possibile che siano trascorsi quasi 30 anni bisogna andare indietro fino al 1994, precisamente al 30 marzo di quell’anno quando fu dichiarato il dissesto finanziario del Comune. Iniziano qui i problemi perché quattro anni dopo, nel 1998, il Commissario straordinario aveva escluso dal piano di rilevazione dei debiti contratti dal comune, il credito di 130 milioni e 159mila lire vantato dal tecnico a titolo di compenso professionale. Passano 13 anni da allora, nel frattempo viene presentato un ricorso al Presidente della Repubblica che nel 2011 annulla il provvedimento del Commissario riconoscendo così l’esistenza del credito. Il pagamento da parte del Comune però non arriva e trascorrono altri 6 anni fino a quando nel mese di marzo del 2017 la moglie del defunto ingegnere invia una diffida al Comune che però risponde “non ti pago” in quanto, secondo l’Amministrazione Comunale sarebbero insussistenti gli elementi «per giustificare il soddisfacimento delle pretese creditorie rivendicate – si legge nella risposta dell’ente – oggetto di esclusione sia dal piano di rilevazione della massa passiva formato dall’Organo Straordinario di Liquidazione che dal Piano di estinzione dei debiti approvato da parte dell’Ente deducente». Il Consiglio di Stato non ha accolto la tesi difensiva dell’avvocato del Comune secondo cui la decisione riguardante il ricorso straordinario al Presidente della Repubblica non conterrebbe alcuna condanna al pagamento. Ed inoltre ad “incastrare” il Comune che invece aveva eccepito l’estinzione del debito per prescrizione c’è anche la circostanza dell’ammissione in giudizio da parte dell’ente della mancata estinzione dell’obbligazione, come i giudici hanno potuto constatare dall’attestazione per accertamento di un debito fuori bilancio del Comune del 23 luglio 1998, sulla quale si basa la pretesa creditoria, che attesta con un atto pubblico «che non è avvenuto nemmeno parzialmente – si legge testualmente nell’atto – il pagamento del corrispettivo ». Il Consiglio di Stato ha inoltre condannato il Comune al pagamento della somma di duemila euro per le spese processuali sostenute dalla vedova dell’ingegnere. Fonte: La Città di Salerno

scritto da 







Related posts