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La fece ubriacare e poi la violentò: così lo zio abusò della nipotina di Oliveto Citra Cronaca Primo piano 

La fece ubriacare e poi la violentò: così lo zio abusò della nipotina di Oliveto Citra

Le fece bere alcool per toglierle i freni inibitori, le unì le mani e poi abusò di lei. Il sostituto procuratore Elena Cosentino della Procura di Salerno ha chiuso le indagini sullo zio cinquantenne di Oliveto, P.S., che profittò della nipote adolescente, figlia di un cugino, mentre si trovava in vacanza a casa della nonna. L’uomo, allo stato libero, è indagato di violenza sessuale su minore aggravata dall’uso di sostanze alcoliche. L’episodio su cui indagano i giudici di Salerno è riferito all’estate di due anni fa quando la ragazza violentata stava trascorrendo un periodo di vacanza a casa di parenti. La violenza sessuale sarebbe avvenuta – il quadro accusatorio – durante una cena tra parenti per festeggiare proprio la presenza della famigliola emigrata nel Nord. In quel contesto avrebbe profittato per fare avances alla ragazza, fino a costringerla a praticare atti sessuali. Quelle attenzioni non sarebbero sfuggite ad alcuni parenti, insospettiti dalla presenza assidua dello zio quand’era in giro la ragazzina. Quelli che erano solo iniziali sospetti sono arrivati all’orecchio dei genitori dell’adolescente che avevano notato le sue difficoltà, anche relazionali, dopo la vacanza dai nonni. La vittima, dopo sei mesi, è riuscita a raccontare l’accaduto, riferendo di come la sera della cena lo zio l’avesse circuita e violentata. A ricostruire il quadro accusatorio hanno provveduto gli agenti della Mobile di Salerno. E’ il mese di febbraio dello scorso anno quando la famiglia di Oliveto si presenta alla questura della città dove risiede per sporgere denuncia. Quattro mesi dopo il 50enne viene arrestato. La misura cautelare è stata revocata, in un secondo momento, dai giudici del tribunale del Riesame di Salerno che hanno ritenuto insufficiente il quadro indiziario, basato essenzialmente sulle dichiarazioni della ragazzina, accogliendo così la richiesta dei difensori Antonio Boffa e Pasquale De Maio che avevano sollevato il caso della presunta fragilità del quadro probatorio. All’indagato è garantito ora un tempo tecnico per formulare memorie difensive e prove a suo discapito. Solo dopo si deciderà sul suo rinvio a giudizio. Fonte: La Città di Salerno

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