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La difesa delle maestre di Sant’Egidio del Monte Albino: «Nessuna violenza sui bambini all’asilo» Cronaca Provincia e Regione 

La difesa delle maestre di Sant’Egidio del Monte Albino: «Nessuna violenza sui bambini all’asilo»

Interrogate dal gip, le tre maestre dell’asilo privato di Sant’Egidio del Monte Albino respingono tutte le accuse di violenze nei confronti dei bambini loro affidati. Assistite dall’avvocato Bonaventura Carrara , le tre insegnati della scuola dell’infanzia hanno risposto alle domande del giudice per le indagini preliminari offrendo una ricostruzione diversa di quanto accadeva all’asilo privato santegidiese. «Non può essere equivocato in nessun modo un metodo d’insegnamento un po’ più rigido nei confronti di un bambino iperattivo con presunti maltrattamenti – ha affermato Carrara – . Su 23 alunni, c’è stata un’unica lamentala che riteniamo infondata nei termini contestati». In base alle ricostruzioni delle tre insegnanti, il loro legale attende sereno le decisioni della magistratura. L’interrogatorio delle tre indagate segue la richiesta di una misura interdittiva a loro carico, avanzata dal magistrato della procura di Nocera Inferiore che dirige l’inchiesta, sulla base delle indagini della sezione di polizia giudiziaria della polizia di stato. Gli uomini del commissario Vincenzo Battipaglia hanno installato alcune telecamere all’interno dell’asilo, dopo la denuncia sporta dalla madre di un piccolo allievo. I poliziotti hanno filmato per settimane quanto accadeva nella struttura privata. Dalle registrazioni sarebbero emersi rimproveri severi, strattonamenti e scalpellotti ma nessuna violenza fisica che abbia prodotto gravi ripercussioni di salute. Il problema sarà ritenere se quella severità del metodo educativo avanzata come giustificazione del comportamento delle docenti sia sforata in singole condotte costituenti reato o si sia concretizzato quello di maltrattamenti. Insomma, va compreso se gli schiaffi o le offese nei confronti dei bambini siano solo attinenti a una severità oppure costituiscano singole violenze sui minori o ci sia una ripetizione di atti violenti, collegati tra loro in modo da essere inseriti in un’ampia ed abituale condotta, tale da imporre un regime di violenze, vessazioni, mortificazioni. La prova regina sono le immagini delle telecamere della polizia. Secondo gli inquirenti, dai filmati emergerebbe una realtà che porterebbe a ritenere la sussistenza almeno delle violenze sui minori. Gli elementi investigativi messi insieme dalla procura e dalla polizia non sono pubblici nella loro pienezza, e solo una visione diretta delle immagini renderebbe possibile una valutazione.

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