You are here
La denuncia: maltrattato al pronto soccorso del Ruggi, chiedo giustizia e verità Attualità Primo piano 

La denuncia: maltrattato al pronto soccorso del Ruggi, chiedo giustizia e verità

Segnalazione/denuncia di un professionista di Bellizzi con raccomandata destinata al questore di Salerno, direttore sanitario del Ruggi, ministero della Salute, Carabinieri, Comune di Salerno. I fatti accaduti in ospedale a Salerno

La lettera

“Intorno alle ore 15 del 03/09/2024 mi recavo con mezzo autonomo presso il Pronto Soccorso dell’AOU “San Giovanni di Dio Ruggi d’Aragona” per prestare soccorso ad una mia parente convivente con gravi e documentati problemi di salute e difficoltà deambulatorie. Svolto il triage di rito e ottenuto il preaccesso con l’ausilio di una sedia a rotelle, la mia parente veniva posta in una non meglio definibile sala d’attesa posta sul retro della sala triage, dove altri pazienti stazionano in attesa dell’accesso con scarsissima o nulla osservazione da parte del personale preposto (si ricorda che un codice d’accesso può facilmente cambiare, e spetta al personale infermieristico tale controllo, nel caso in questione completamente assente). Dopo oltre un’ora di paziente attesa un membro del personale (poi autoqualificatosi come il responsabile del Pronto Soccorso) chiedeva di prendere la sedia a rotelle dove
la mia parente era allocata in quanto “tutto il reparto era del tutto sprovvisto di altre sedie a rotelle e c’era la necessità di prelevare un infortunato sanguinante all’esterno”. In assenza di assistenza
sollevavo in braccio la mia parente sistemandola provvisoriamente su una delle poche sedie disponibili, provocandole inevitabilmente grave disagio e dolore. Per ben due volte chiedevo in modo pacato al personale di turno di reperire altri ausili, ma senza ottenere nulla. Comprensibilmente alterato chiedevo di rivolgermi al responsabile, rivelatosi poi essere la stessa persona che chiedeva l’unica sedia a rotelle – a quanto pare – disponibile, ma vengo invitato in modo brutale ad uscire, senza alcuna comprensione o umanità. Costernato dalla situazione decidevo di rivolgermi al servizio
di emergenza 112, affinché le autorità di pubblica sicurezza intervenissero, così come previsto dalla legge, per tutelare il diritto alla salute dei cittadini e il corretto svolgimento di un pubblico servizio tanto necessario quanto delicato. Dopo un trasferimento telefonico alla competente Polizia di Stato, venivo invitato dall’operatore a rivolgermi al drappello della Polizia ubicato nelle vicinanze del Pronto Soccorso. Spiegato all’operatore che non potevo spostarmi in quanto la mia parente così disposta poteva facilmente – e in assenza della dovuta assistenza – cadere, peggiorando la sua già
precaria condizione di salute, dopo non poca insistenza, riuscivo ad ottenere un intervento da parte degli stessi agenti del suddetto drappello. Gli agenti, intervenuti sul posto, non hanno identificato nessuno, né verificato l’effettiva vergognosa mancanza di adeguati ausili, né verbalizzato alcunché,
ma si sono limitati a frasi di circostanza e a ricordare al sottoscritto la possibilità di una segnalazione alla Direzione Sanitaria per il disservizio che si stava consumando. Nel frattempo la mia parente era stata ammessa con una barella (apparsa a quanto pare per miracolo) alle cure del caso, in un reparto
fatiscente, in cui vige assoluta anarchia e disordine. Mancanza di presidi adeguati, sovraffollamento, negligenza – in alcuni casi – da parte del personale preposto, oltre che scarsa informazione e assistenza ai pazienti, i quali sono per lungo tempo lasciati soli a loro stessi, in camerate con scarso
ricambio d’aria e mancanza dei livelli igienici di sicurezza stabiliti dalla legge. Tale è la spiacevolissima condizione in cui versa il reparto di Pronto Soccorso in questione, e tutto questo nel silenzio e nella rassegnata indifferenza persino da parte di chi dovrebbe tutelare la legge e la pubblica
sicurezza. Si precisa che tutto quanto esposto è comprovabile da decine di testimoni e registrazioni che possono testimoniarne la veridicità.

CONSIDERATO
Che il diritto alla salute è inalienabile, che il servizio di Pronto Soccorso è un servizio pubblico essenziale, in quanto tale non può essere bloccato da mancanza di presidi o negligenza da parte del personale o di qualunque altra circostanza umanamente e razionalmente prevedibile e che gli organi
di pubblica sicurezza hanno il dovere di vigilare affinché tali servizi si svolgano nel modo corretto, denunciando e sanzionando ogni tipo di irregolarità e/o violazione della legge.

SI DIFFIDANO
• L’AOU San Giovanni di Dio e Ruggi D’Aragona, nella persona del Direttore Sanitario, affinché venga fatta luce sulle irregolarità segnalate e vengano messe in campo tutte le misure necessarie
per contrastare la gravissima situazione in cui versa il reparto di Pronto Soccorso in questione, anche ricorrendo ad autorità superiori, nella logica del principio di sussidiarietà previsto dalla legge, ove necessario anche chiedendo aiuto ai corpi volontari come la Croce Rossa Italiana o all’Esercito, che è deputato alla difesa dei cittadini e dalle opportune capacità logistiche.
• La Polizia di Stato, nella persona del Questore di Salerno, affinché faccia luce sull’intervento della forza pubblica a partire dalla chiamata al 112 del sottoscritto fino all’intervento degli agenti, il quale si ritiene non avvenuto nel rispetto della legge. Si invia la presente, per conoscenza, all’Arma dei Carabinieri – Nucleo Operativo e Radiomobile Salerno che ha gestito in prima istanza la chiamata al 112, al Comune di Salerno, in cui è ubicata la struttura sanitaria, a Cittadinanzattiva Aps, che difende e tutela i diritti del cittadino mediante il “Tribunale del Malato”. Si vuol sottolineare che tale comunicazione non vuole essere fine a se stessa, ma ha l’ambizione di
smuovere chi di dovere a fare quanto necessario per risolvere, o quanto meno ridurre al minimo, i problemi segnalati, rigettando ogni forma di sterile pressapochismo e negligenza. Si attende formale riscontro di tutti gli enti interpellati entro i limiti di tempo fissati dalla legge e si
ricorda che la mancanza di riscontro alla presente nei tempi stabiliti sarà oggetto di ricorso. Con tanta amarezza, ma anche con un po’ di fiducia e speranza.

scritto da 







Related posts