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La Corte dei Conti propone di estendere l’obbligo di fatturazione elettronica a tutte le partita IVA Economia 

La Corte dei Conti propone di estendere l’obbligo di fatturazione elettronica a tutte le partita IVA

L’obbligo di emettere fattura elettronica potrebbe essere esteso anche a chi attualmente ne è escluso come ad esempio chi aderisce al regime forfettario.

La proposta della Corte dei Conti punta a combattere l’evasione fiscale.

A partire dal gennaio 2019 la fatturazione elettronica è stata estesa ad ogni attività fatta esclusione per le vendite ai privati.

Attualmente sono esentati i contribuenti che aderiscono al regime forfettario che possono ancora emettere le classiche fatture cartacee o in PDF senza l’obbligo di comunicare queste informazioni al Sistema di Interscambio dell’Agenzia delle Entrate.

A breve però le cose potrebbero cambiare e l’obbligo potrebbe venire esteso anche a chi aderisce a questo regime.

Nel Rapporto 2020 sul coordinamento della finanza pubblica, la Corte dei Conti ha avanzato la proposta di estendere l’obbligo di fatturazione elettronica a tutte le partite IVA.

Nel documento pubblicato il 27 maggio è citato testualmente che un ulteriore impulso all’azione di contrasto potrebbe derivare da interventi ulteriori in materia di fatturazione elettronica e di trasmissione telematica dei corrispettivi.

Un potenziamento dell’efficacia delle misure assunte con la fatturazione elettronica potrebbe derivare dal superamento della facoltatività della fatturazione elettronica per alcune categorie di contribuenti (più di 1,8 milioni di soggetti).

È importante che la trasmissione telematica dei corrispettivi vada al più presto a regime per tutti i contribuenti che operano verso il consumatore finale unitamente al tempestivo avvio della lotteria dei corrispettivi.

Se questa linea sarà sposata già dal prossimo anno anche le piccole partite IVA potrebbero doversi attrezzare per emettere la fattura elettronica.

La Corte dei Conti suggerisce anche di accelerare l’introduzione della trasmissione telematica dei corrispettivi e della lotteria degli scontrini.

Queste misure erano destinate ad entrare a regime nel mese di Luglio 2020 ma sono state rimandate al 1° gennaio 2021 a causa della pandemia.

Quando nel 2019 è stato introdotto l’obbligo di fatturazione elettronica per la maggior parte delle aziende e delle partite IVA in molti, soprattutto le imprese di piccole dimensioni, non avevano gradito questa ennesima imposizione burocratica.

Sotto certi versi non gli si può dare torto: le novità soprattutto quelle di natura fiscale tendono a essere accolte con un certo scetticismo.

Se passasse il suggerimento della Corte dei Conti 1,8 milioni di contribuenti ancora esclusi potrebbero non cogliere positivamente la nuova norma che li obbligherebbe ad adeguare il loro modo di lavorare dicendo addio a carta e penna e offrendo una maggior trasparenza all’Agenzia delle Entrate.

La fattura elettronica può portare anche dei vantaggi per le aziende e può essere lo spunto per fare un primo importante passo verso la trasformazione digitale del proprio business: eliminare i documenti cartacei e digitalizzare le procedure permette di semplificare la fatturazione.

La maggior parte dei software per emettere fatture elettroniche include anche funzioni aggiuntive per tenere traccia del flusso di cassa e per ottenere statistiche sull’andamento degli affari.

La fatturazione elettronica può portare ad un risparmio di tempo,di denaro e dare il via a una gestione più moderna della propria attività a costo zero.

Attualmente sul mercato sono disponibili numerose soluzioni di fatturazione elettronica completamente gratuite.

Il fatto che alcuni contribuenti siano esclusi dall’obbligo di emettere fattura elettronica non implica che questi non possano aderire volontariamente.

Chi ancora non si è adeguato potrebbe decidere di anticipare le eventuali decisioni ed emettere le fatture in modalità elettronica.

Il vantaggio di aderire porterebbe ad una riduzione dei tempi di verifica fiscale: l’Agenzia delle Entrate avrebbe 4 anni di tempo anziché 5 per contestare eventuali irregolarità nelle fatture.







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