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In carcere per omicidio di Piscitiello Ridosso, ‘o dentista Muollo scrive dal carcere: “Sono persona perbene” Provincia e Regione 

In carcere per omicidio di Piscitiello Ridosso, ‘o dentista Muollo scrive dal carcere: “Sono persona perbene”

“Sono una persona perbene, un libero professionista e imprenditore”, così scrive Ferdinando Muollo, alias ‘o dentista,  in una lettera inviata dal carcere, dove professa la sua innocenza. “Voglio raccontare la mia storia – scrive – il mio incubo, la mia grave patologia e l’ingiustizia di un processo sommario legato su bugie discordanti, sentito dire e de relato, in una difesa di un principe del foro non preso nemmeno in considerazione, con prove mai sentite”.    

L’uomo si trova in carcere perchè considerato mandante dell’omicidio di Salvatore Ridosso, detto piscitiello, nella faida di camorra degli anni 2000. Il fatto si consumò nel 2002 e riguardò il fratello dell’attuale collaboratore Romolo Ridosso, nell’ambito del mercato dei videopoker e di forniture mediche, con incomprensioni che decretarono l’esecuzione. Per la Procura Antimafia, Muollo fu considerato “ideatore” del delitto. Fu condannato a 12 anni e 6 mesi di reclusione. Sentenza confermata in Cassazione. “E’ una condanna copia e incolla – scrive Muollo in tutti i gradi di giustizia, con pentiti bugiardi e manovrati, verità nascoste, facendo saltare la loro credibilità e mandando a monte inchieste fatte e da farsi. Vi farò avere una scheda tecnica con personaggi, bugie, luoghi, nomi e date contrastatanti. Per tutti io sono un Enzo Tortora. Prima di voi ho chiesto di essere sentito con due lettere protocollate dal procuratore della Repubblica, pm, Dda, mai avuto risposta. Con condanna ingiusta, manovrata, collusa, innalzo un grido di libertà ed innocenza. Null’altro mi può succedere come malato cronico e condannato, vivere o morire nulla cambia, ma voglio che i media, la mia coscienza, il mio nome e quello della mia famiglia venga riabilitato. Non sono un pentito perchè non ho nulla da pentirmi, non sono dissociato perchè mai appartenuto a nessuno, sono soltanto vittima di una condanna infamante”.

 

 

 
L’uomo si trova in carcere perchè considerato mandante dell’omicidio di Salvatore Ridosso, nella faida di camorra degli anni 2000. Il fatto si consumò nel 2002 e riguardò il fratello dell’attuale collaboratore Romolo Ridosso, nell’ambito del mercato dei videopoker e di forniture mediche, con incomprensioni che decretarono l’esecuzione. Per la Procura Antimafia, Muollo fu considerato “ideatore” del delitto. Fu condannato a 12 anni e 6 mesi di reclusione. Sentenza confermata in Cassaazione. “E’ una condanna copia e incolla – scrive Muollo in tutti i gradi di giustizia, con pentiti bugiardi e manovrati, verità nascoste, facendo saltare la loro credibilità e mandando a monte inchieste fatte e da farsi. Vi farò avere una scheda tecnica con personaggi, bugie, luoghi, nomi e date contrastatanti. Per tutti io sono un Enzo Tortora. Prima di voi ho chiesto di essere sentito con due lettere protocollate dal procuratore della Repubblica, pm, Dda, mai avuto risposta. Con condanna ingiusta, manovrata, collusa, innalzo un grido di libertà ed innocenza. Null’altro mi può succedere come malato cronico e condannato, vivere o morire nulla cambia, ma voglio che i media, la mia coscienza, il mio nome e quello della mia famiglia venga riabilitato. Non sono un pentito perchè non ho nulla da pentermi, non sono dissociato perchè mai appartenuto a nessuno, sono soltanto vittima di una condanna infamante”. 

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