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Il Comune evade l’Iva, indaga la Procura: nei guai l’ex sindaco di Scafati Cronaca Politica Primo piano 

Il Comune evade l’Iva, indaga la Procura: nei guai l’ex sindaco di Scafati

Oltre 294mila euro di credito Iva utilizzato illegittimamente in compensazione per portare il bilancio in pareggio. Per questo motivo l’ex sindaco Pasquale Aliberti è accusato di evasione fiscale nella qualità di rappresentante legale dell’Ente all’epoca dei fatti. L’accertamento dei funzionari dell’Agenzia delle Entrate di Venezia sul Comune di Scafati è da una settimana al vaglio della Procura della Repubblica di Nocera Inferiore, con i magistrati che hanno aperto un’inchiesta sul bilancio ratificato 2013 dall’amministrazione comunale di Palazzo Mayer. Nello specifico, dal controllo dei modelli di pagamento F24 e dalle dichiarazioni fiscali acquisiti dai funzionari dell’Erario attraverso il sistema informativo dell’anagrafe tributaria per il 2013, è emerso che il credito Iva relativo al periodo d’imposta 2012 è stato utilizzato dal Comune di Scafati in compensazione. Una soluzione prevista dall’articolo 17 del decreto legislativo che regola la documentazione economica e contabile dei contribuenti in sede di dichiarazione dei redditi e dell’Iva. Tuttavia, l’Ente avrebbe superato la soglia concessa dallo Stato, che stabilisce che il credito in questione, annuale o infrannuale, può essere utilizzato, per importi superiori a 10mila euro annui a partire dal giorno 16 del mese successivo a quello di presentazione della dichiarazione della dichiarazione o dell’istanza da cui il credito emerge. Un limite ridotto a 5mila euro a partire dallo scorso primo aprile del 2012 e che vedrebbe il Comune di Scafati sforare di gran lunga per il bilancio del 2013. Secondo gli accertamenti fiscali, il presunto importo indebitamente compensato è di 294.999 euro come emerge dalla data di versamento del modello F24 il 19 febbraio 2013. Pertanto, il Comune avrebbe sforato il limite per una somma pari a 289.999 euro. Un reato di cui è accusato solo Aliberti, in quanto rappresentante legale del Comune di cui era sindaco all’epoca, e non l’intera giunta che ha votato il bilancio nel 2012. Per la legge chi non versa le somme dovute utilizzando lo strumento della compensazione e per un importo annuo superiore a 50mila euro è punibile con la reclusione fino a due anni. A questo va ad aggiungersi la sanzione che è pari al 30% dell’importo del credito Iva non versato nelle casse dello Stato e che nel caso specifico ammonta a 192.452 euro. Il fenomeno contestato all’ex sindaco di Scafati, attualmente ai domiciliari a Praia a Mare nell’ambito dell’inchiesta Antimafia denominata “Sarastra”, è una modalità di estinzione delle obbligazioni diversa dall’adempimento. Si sostanzia nell’estinzione delle reciproche pretese creditorie fino alla concorrenza dello stesso valore. La ratio della compensazione è individuata nella semplificazione dei rapporti giuridici e nell’agevolazione della soddisfazione del credito e può essere legale, giudiziale o volontaria. Ora toccherà ai legali di Aliberti dimostrare che l’ex sindaco agiva secondo legge. Tuttavia, l’accertamento delle Entrate potrebbe non fermarsi al bilancio comunale del 2013. Non si esclude, infatti, che sotto la lente di ingrandimento possano esserci anche i rendiconti che vanno dal 2014 al 2016. Fonte: La Città di Salerno

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