Il caso Zalando: la moda accetta le modelle curvy, la gente sui social no
Da anni il mondo della moda è accusato di mostrare solo immagini di donne finte, lontane dalla fisicità di chi vive al di fuori delle passerelle.
Modelle sempre più giovani (quasi da sembrare bambine), troppo magre (a tal punto da domandarsi se abbiano problemi di salute), troppo perfette (grazie a Photoshop e affini) sono diventate lo status irraggiungibile a cui, però, le donne comuni devono tendere per essere accettate nella società.
Dopo anni di campagne e proteste, qualcosa nel mondo del fashion sta cambiando: modelle di taglia, etnia ed età diverse iniziano a popolare i cataloghi, ed è sempre più difficile imbattersi in una taglia zero (taglia 36), fino a qualche tempo fa l’obiettivo per le ragazze che lavoravano nell’ambiente della moda.
Eppure questo cambiamento non sembra così apprezzato da tutti: basta vedere cosa è accaduto sulla pagina Facebook di Zalando in seguito alla pubblicazione delle immagini per la collezione di intimo di Calvin Klein.
Il sito di ecommerce ha scelto di mostrare i nuovi completi pubblicando tre foto raffiguranti delle donne formose che indossano l’intimo del marchio. Viste le tante polemiche legate all’immagine distorta del corpo femminile diffusa dal mondo della moda, la scelta di Zalando sarebbe dovuta essere accolta in maniera assolutamente positiva. Ma invece non è andata così, anzi.
Il post, infatti, ha raccolto numerosi commenti negativi e critiche molto forti alla fisicità delle due donne presenti nelle foto.
I termini “brutte” e “grasse” sono forse i più carini ad essere stati utilizzati, a tal punto che Zalando ha deciso di oscurare i commenti poiché erano fortemente offensivi.
È evidente che, se una parte della popolazione è pronta a levare gli scudi contro lo stereotipo dell’immagine della donna, un’altra parte fa ancora molta difficoltà a interiorizzare i nuovi canoni di bellezza che si stanno lentamente diffondendo nell’immaginario.
Il problema, però, non è l’immagine della donna in sé, ma il fatto che da secoli il corpo della donna debba, di volta in volta, rispettare determinati standard di bellezza per essere accettato.
Le modelle delle foto di Zalando sarebbero state considerate bellissime nel Cinquecento, basti pensare a quello che all’epoca era il canone di bellezza per antonomasia: la Venere callipigia, ovvero la Venere dai bei fianchi. Le maniglie dell’amore erano una caratteristica fondamentale per essere considerate avvenenti. Eppure, anche in quel caso, il modello di bellezza era lontano dalla donna comune, si trattava pur sempre di un modello di perfezione difficilmente raggiungibile.
Il problema non sta, quindi, nel fatto che il corpo ideale sia morbido o longilineo, ma nel fatto stesso che esista uno standard a cui una donna deve tendere, o meglio, che la società forzi ad adattarsi a uno standard, come se qualsiasi alternativa di femminilità fosse inaccettabile. Una volta che avremo fatto a meno dell’ossessione per gli standard, rimuovendoli del tutto o almeno ridimensionandone l’importanza, casi come quello di Zalando saranno solo un lontano ricordo. (fonte: wired.it)
