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Il 6 gennaio di 53 anni fa muore a Ferrara Gipo Viani, l’inventore del Vianema nel calcio Attualità 

Il 6 gennaio di 53 anni fa muore a Ferrara Gipo Viani, l’inventore del Vianema nel calcio

Accadde oggi: era il 6 gennaio del 1969, 53 anni fa, quando a Ferrara morì  di Gipo Viani, inventore del Vianema.

Giuseppe Ferruccio Viani, detto Gipo, nasce a Treviso, il 13 settembre 1909. Il padre era direttore di banca e la mamma faceva parte di una nobile famiglia veneziana. I genitori volevano che diventasse un veterinario, ma lui desiderava diventare avvocato. Nessuno, lui per primo, aveva fatto i conti con la sua grande passione: il calcio. Lasciati i libri cresce calcisticamente nelle file dell’Olimpia di Treviso e poi nel Treviso. Ceduto all’Ambrosiana esordisce in Serie A il 6 ottobre 1929 in Ambrosiana-Livorno (2-1) e nella stessa stagione si laurea Campione d’Italia. Cambia ruolo e da attaccante si trasforma in centromediano, iniziando così una splendida carriera. Dopo sei stagioni in maglia nerazzurra, approda alla Lazio, poi al Livorno e alla Juventus. Chiude con il calcio giocato nel Siracusa e nella Salernitana. Approdato a Salerno nell’estate del 1941 dal Siracusa, dove l’anno prima aveva iniziato a sdoppiare il suo ruolo come allenatore-giocatore: fece altrettanto anche a Salerno, portando la squadra in Serie B nel 1943 (ma l’anno prima aveva vinto il girone, con ammissione alle finali revocata per tentato illecito). Dopo la Seconda Guerra Mondiale, appese le scarpe al chiodo e si dedicò solo alla panchina: tornò a Salerno e vinse il campionato cadetto 1946/47, portando i granata in A per la prima volta nella storia. Dopo la mancata salvezza dell’anno successivo – una delusione consumatasi alla penultima di campionato e non senza sfavori, dopo aver ben figurato sul campo – passò alla Lucchese.

Come è spesso capitato, è nelle vesti di allenatore che ebbe i maggiori successi, contribuendo a scrivere pagine importanti nel calcio italiano anche sotto il profilo tattico, inventando, si dice, la tattica che da lui prende il nome, il “vianema”, un arretramento di un attaccante a centrocampo per consentire ad un mediano di aiutare la difesa.

Contribuisce, insieme a Rocco, a far vincere tre scudetti e una Coppa dei Campioni al Milan, quella del 1963. Un uomo descritto come duro, impetuoso che arriva a “governare” anche il calcio mercato: nulla si muove se non passa da lui.Incappa in un paio di incidenti automobilistici molto gravi che ne segnano il fisico e la carriera, in una vita avventurosa e a “cavallo” del calcio italiano per quarant’anni. Un calcio che ancora oggi non lo ha dimenticato.

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