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Il 20 settembre di 64 anni fa scatta la legge Merlin Attualità 

Il 20 settembre di 64 anni fa scatta la legge Merlin

Accadde oggi: il 20 settembre 1958, 64 anni fa, entra ufficialmente in vigore in Italia la legge 75 del 20 febbraio 1958, meglio nota come Legge Merlin, dal nome della senatrice che se ne era fatta promotrice. Il provvedimento abolì le case di tolleranza  introducendo i reati di sfruttamento, induzione e favoreggiamento della prostituzione: quest’ultima, quando volontaria e compiuta da donne e uomini maggiorenni e non sfruttati da terzi, restò legale, in quanto considerata parte delle scelte individuali garantite dalla Costituzione.

A vero dire Lina Merlin, facendo propria la battaglia con la quale Marthe Richard, attivista e a sua volta ex-prostituta, aveva ottenuto in Francia l’abolizione delle case chiuse nel 1946, aveva presentato un progetto di legge già nel 1948 (anno in cui pare che fossero attivi oltre settecento casini, con tremila donne registrate), su sollecitazione di un gruppo di donne dell’Alleanza femminile internazionale in visita al Parlamento italiano e su suggerimento di Umberto Terracini, che aveva fatto la tesi di laurea su questo argomento. Ma l’iter, come è facile immaginare, fu lunghissimo e ostacolato da opposizioni di ogni tipo, nonostante la legge si ponesse sotto l’egida della Dichiarazione dei Diritti dell’uomo sottoscritta dall’Italia nel 1948 al momento del suo ingresso nell’ONU che, tra l’altro, faceva obbligo agli Stati firmatari di porre in atto l’aggiuntiva Convenzione sulla soppressione del traffico di persone e lo sfruttamento della prostituzione (1949/1951).

Il dibattito fu acceso anche all’interno dello stesso Partito Socialista, nelle cui file militava la Merlin:  il medico e senatore Gaetano Pieraccini, pur essendo d’accordo nell’eliminare lo sfruttamento in sé, voleva che la prostituzione restasse regolamentata, affermando che relegare nell’ombra il fenomeno avrebbe portato conseguenze per la salute pubblica, quali la diffusione delle malattie veneree, teoricamente circoscritte con i controlli sanitari obbligatori nelle case,che erano in realtà sporadici e soggetti alle pressioni dei tenutari dei bordelli. A questioni di natura sanitaria si appellava anche un altro senatore socialista, Gustavo Ghidini, mentre lo stesso Pietro Nenni si dichiarava perplesso su alcuni aspetti della legge; l’ala liberale l’opposizione fu compatta e Benedetto Croce ebbe a dichiarare che qualsiasi male ci fosse nelle case di tolleranza era da ritenersi minore delle conseguenze della loro abolizione.

 

L’acceso dibattito fra favorevoli e contrari approdò anche nelle librerie, quando la Merlin, insieme a Carla Voltolina, giornalista e moglie del futuro Presidente della Repubblica Sandro Pertini, pubblicò nel 1955 un libro intitolato Lettere dalle case chiuse nel quale, attraverso la prosa immediata delle missive inviate alla senatrice dalle dirette protagoniste, il fenomeno emergeva in tutto il suo squallore. La risposta dell’opposizione giunse l’anno successivo attraverso Addio Wanda!, un libello firmato da Indro Montanelli che, già nel corso della guerra d’Eritrea, come rivelerà in un’intervista televisiva del 1969, aveva avuto una relazione di “madamato” (termine con cui si indicava la convivenza temporanea more uxorio tra un cittadino italiano ed una donna nativa delle colonie) con una ragazzina eritrea di 12 anni, anche se all’epoca la legge italiana considerava violenza carnale i rapporti sessuali con minori di 14 anni.

Considerata da più parti non più al passo con i tempi già dagli anni Ottanta, con il crescere del fenomeno della tratta di esseri umani ridotti in schiavitù sessuale e la diffusione dell’AIDS, la legge è stata oggetto anche nel nuovo millennio di numerosi attacchi e ripensamenti (richieste di referendum abrogativi, limitazioni alla prostituzione stradale, proposta di istituzione di zone a luci rosse, sanzioni per i clienti delle prostitute) ma il dibattito, che ha assunto caratteristiche trasversali fra le varie forze politiche coinvolgendo anche gli amministratori locali, si è rivelato per il momento sterile e non in grado di proporre una valida alternativa al testo licenziato dalla senatrice ormai 64 anni fa.

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