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Il 2 settembre 1944 fa Anna Frank venne trasferita ad Auschwitz Attualità 

Il 2 settembre 1944 fa Anna Frank venne trasferita ad Auschwitz

 Accadde oggi, il 2 settembre del 1944 ad un mese dall’irruzione  nazista nell’alloggio di Amsterdam Anna Frank venne trasferita ad Auschwitz.     La ragazza, tedesca ma di origine ebrea, lo scrisse nel periodo in cui rimase nell’alloggio segreto di Amsterdam, fino al giorno in cui i nazisti non irruppero nel nascondiglio. Era il 4 agosto 1944 quando le SS fecero irruzione nell’alloggio; appena un mese dopo, il 2 settembre 1944, i Frank vennero caricati su un treno e condotti prima ad Auschwitz e poi nel campo di Bergen-Belsen. Anna e la sorella Margot resistettero fino all’inverno, quando si ammalarono di tifo. Moriranno a pochi giorni di distanza l’una dall’altra, nel febbraio 1945. Anna aveva solo 16 anni. Appena tre settimane dopo le truppe inglesi liberarono Bergen-Belsen, ma le spoglie di Anna e di sua sorella erano già in una fossa comune. Della sua famiglia si salvò solo il padre Otto, che una volta ritornato a Amsterdam, al termine della guerra, venuto in possesso del diario della figlia, decise di pubblicarlo, nel 1945, consegnandolo alla storia. Era il 12 giugno 1942: per il suo compleanno ad Anna venne regalato un diario. La sua era una famiglia agiata, il padre era banchiere. Nel 1942, per sfuggire alle persecuzioni razziali, si trasferirono ad Amsterdam, dove Otto Frank avviò un’azienda. Fu dopo l’occupazione nazista dell’Olanda, che Anna e la sua famiglia trovano rifugio in un alloggio segreto, sopra una vecchia fabbrica di spezie. In quelle stanze piccole, scomode e fredde, patendo anche la fame data la scarsità di cibo, furono costretti a vivere segregati, insieme alla famiglia Van Daan e al Dottor Dussel. Durante quei giorni tristi, la piccola Anna, desiderosa di libertà, affidò alle pagine del suo diario il racconto della difficile convivenza. E sempre rivolgendosi a un’amica immaginaria, confiderà dolori, desideri, e come ogni adolescente, anche del suo primo amore: Peter, il figlio dei signori Van Daan.“È un gran miracolo– scrive – che io non abbia rinunciato a tutte le mie speranze perché esse sembrano assurde e inattuabili. Le conservo ancora, nonostante tutto, perché continuo a credere nell’intima bontà dell’uomo che può sempre emergere”.

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