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Il 17 ottobre di 91 anni fa Al Capone condannato per evasione del fisco Attualità 

Il 17 ottobre di 91 anni fa Al Capone condannato per evasione del fisco

Accadde oggi: il 17 ottobre 1931, 91 anni fa, condannato per evasione fiscale a undici anni di reclusione. Nel 1930 era stato dichiarato nemico pubblico numero uno dalla stampa statunitense e dall’FBI che lo aveva inserito nella lista dei criminali pericolosi. Finalmente, dopo essere stato arrestato dall’agente speciale Eliot Ness che prende spunto il film gli Intoccabili, Al Capone viene condannato per evasione fiscale. Resterà in carcere 8 anni.

Al Capone nacque il 17 gennaio 1899 a Brooklyn, New York, ultimo dei nove figli del barbiere Gabriele Capone (1865-1920) e della sarta Teresa Raiola (1867-1952) entrambi nati a Angri, ambedue emigrati alla fine dell’Ottocento negli Stati Uniti.

Il piccolo Capone con la madre
Il giovane Capone crebbe in un ambiente povero e degradato, dove ben presto entrò in contatto con piccole gang di microcriminalità minorile insieme ai fratelli Vincenzo, Ralph e Frank, dopo aver abbandonato la scuola all’età di undici anni. Nel 1913 Capone si trasferì insieme ai suoi genitori a Navy Street, un’altra zona di Brooklyn, dove finì per unirsi alla banda criminale dei Five Points Gang sotto la guida del gangster Johnny Torrio, lì conobbe anche Frankie Yale e Lucky Luciano. Nel 1917, su raccomandazione di Torrio, Capone fu assunto come buttafuori e barista nel locale Harvard Inn di Frankie Yale a Coney Island, che serviva come copertura a un bordello gestito dallo Yale stesso. Fu in questo periodo che gli fu attribuito il soprannome di Scarface (sfregiato), a causa di una cicatrice sulla guancia sinistra che gli venne causata da un certo Frank Galluccio, il quale colpì Capone con un rasoio perché aveva espresso commenti pesanti sulla sorella mentre si trovava all’Harvard Inn. Nel 1918 Capone sposò una ragazza irlandese di nome Mae Coughlin, dalla quale ebbe un figlio, che venne chiamato Albert Francis. Dopo la nascita del figlio, Capone smise di lavorare per Yale e si trasferì a Baltimora, dove lavorò come contabile in un’impresa di costruzioni e, alla morte del padre Gabriele nel 1920, tornò a New York al servizio di Yale.

Nel 1919 Capone venne inviato a Chicago per mettersi al servizio di Johnny Torrio, che aveva preso il controllo del “Sindacato del crimine” di quella città dopo aver fatto assassinare il gangster Giacomo “Big Jim” Colosimo; il trasferimento di Capone avvenne con l’approvazione di Frankie Yale e del suo socio, il mafioso siciliano Giuseppe “Joe” Masseria, esponente di punta della «Mano Nera». Il “Sindacato criminale” di Torrio e Capone riuscì a controllare il South Side di Chicago, associandosi al gangster irlandese Dean O’Banion, boss della North Side Gang, e ai fratelli Genna, mafiosi siciliani che controllavano il West Side di Chicago appoggiati da Mike Merlo, presidente dell’Unione Siciliana, un gruppo che assicurava copertura politica ai gangster della città.

Nel 1923 William Big Bill Thompson, sindaco corrotto di Chicago appoggiato da Torrio e Capone, perse le elezioni a favore del riformista William Dever, che decise di usare il pugno di ferro contro i gangster; per queste ragioni, Torrio e Capone spostarono gran parte delle proprie attività a Cicero, nell’Illinois, protetti dal sindaco corrotto Joseph Klenha, dove fissarono il loro quartier generale all’Hawthorne Hotel. Capone allora incaricò i fratelli Ralph e Frank di aprire un bordello e una bisca, che fu chiamata The Ship, a Cicero.

Negli anni seguenti Capone continuò a espandere le sue attività criminali e con ciò crebbero gli omicidi di cui si rese responsabile i quali lo resero sempre più noto all’opinione pubblica e alle forze dell’ordine. Nel maggio 1929 Capone partecipò a un incontro ad Atlantic City, a cui erano presenti gangster italiani ed ebrei, che concordarono strategie comuni per una divisione del contrabbando di alcolici e gettarono le basi per la creazione di un “Sindacato nazionale del crimine”. Nel 1930 Capone fu dichiarato “nemico pubblico numero uno” dalla stampa statunitense e da J. Edgar Hoover, che lo inserì nella lista dei criminali pericolosi dell’FBI di cui era direttore. Andrew Mellon, segretario del Dipartimento del Tesoro statunitense ordinò all’agente FBI Eliot Ness di catturarlo, facendo nascere così la squadra degli “intoccabili”, i quali intercettarono le telefonate ed esaminarono tutte le transazioni finanziarie dei soci di Capone per incastrarlo, intraprendendo anche sequestri di carichi di alcolici. Le prove raccolte da Ness e dalla sua squadra portarono alla formazione di un grand jury (gran giuria), che incriminò Capone, suo fratello Ralph, i suoi sodali Jack Guzik e Frank Nitti insieme ad altri gangster del “Sindacato” di Chicago per evasione fiscale e violazione del Volstead Act, la legge sul proibizionismo.

Il 6 ottobre 1931 Capone si presentò in un tribunale federale per l’inizio del suo processo; i suoi sodali si erano procurati l’elenco dei potenziali giurati popolari e cominciarono a corromperli con ogni mezzo possibile, ma all’ultimo momento la giuria fu sostituita da una completamente nuova, che venne messa sotto protezione. Il 17 ottobre la nuova giuria giudicò Capone colpevole solo di una parte delle imputazioni per evasione fiscale, condannandolo comunque a undici anni di carcere e a una pesante multa di 50.000 dollari. Inizialmente inviato nel penitenziario di Atlanta, in Georgia, dove condusse una vita migliore rispetto al resto dei carcerati perché disponeva di lussi e privilegi, nell’agosto 1934 Capone fu trasferito nel nuovo carcere di Alcatraz, dove ricevette un trattamento più duro e tutti i contatti con l’esterno vennero interrotti. Nel 1938 i medici diagnosticarono a Capone una forma di sifilide, contratta in età giovanile, e lo fecero ricoverare nella sezione ospedale di Alcatraz, dove trascorse tutto l’anno. Infine, nel novembre 1939, Capone tornò in libertà, dopo che la sua condanna era stata ridotta a sei anni e cinque mesi per buona condotta e per crediti di lavoro in carcere.

Affetto da una demenza derivata dalla sifilide, venne fatto ricoverare dalla moglie in un ospedale di Baltimora, dal quale venne dimesso nel marzo 1940. Dopo aver lasciato Baltimora, Capone si ritirò nella sua tenuta di Miami, dove continuò le cure. Il 25 gennaio 1947, venne colpito da un ictus e da una polmonite causati dalla malattia, che lo portarono alla morte all’età di 48 anni. Capone venne seppellito al Mount Carmel Cemetery di Chicago.

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