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Il 13 novembre di 49 anni fa moriva Vittorio De Sica Attualità 

Il 13 novembre di 49 anni fa moriva Vittorio De Sica

Accadde oggi: era il 13 novembre del 1974, 48 anni fa, quando nell’ospedale di Neuilly-sur-Seine vicino Parigi, si spense all’età di 73 anni Vittorio De Sica, attore e regista nonchè padre di Christian. Aveva da poco dato alla luce la sua ultima opera, Il viaggio, interpretato da Sophia Loren e Richard Burton e tratto da una novella di Luigi Pirandello. Lo stesso anno, il collega Ettore Scola gli dedica il film C’eravamo tanto amati. Trentacinque anni dopo la sua scomparsa, Annarosa Morri e Mario Canale gli hanno dedicato il documentario Vittorio D., presentato alla 66ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia. La sua salma riposa nel cimitero monumentale del Verano a Roma. Tra i cineasti più influenti della storia del cinema, è stato attore di teatro e documentarista. È considerato uno dei padri del neorealismo e uno dei maggiori registi e interpreti della commedia all’italiana. I suoi film Sciuscià, Ladri di biciclette, Ieri, oggi, domani e Il giardino dei Finzi Contini hanno vinto l’Oscar al miglior film in lingua straniera, premio al quale fu anche candidato Matrimonio all’italiana.

La sua meta preferita era Ischia dove soggiornava al “Regina Isabella” di Lacco Ameno e nelle cui stanze studiò le trame di alcuni suoi capolavori da regista. Spesso si intratteneva, anche per giocare a carte che era la sua grande passione, con Angelo Rizzoli l’umile tipografo milanese diventato il magnate della stampa e del cinema che sbarcando ad Ischia dal suo panfilo “Sereno” con l’inseparabile sigaretta in bocca, ammirato da quel paradiso di verde e di mare, trasformò l’isola dei pescatori e dei contadini in una meta ricercata per turisti di alto rango. Ad Ischia Vittorio De Sica fu il formidabile interprete di “Vacanze a Ischia” di Mario Camerini accanto ad Antonio Cifariello, a Paolo Stoppa, a Peppino De Filippo e Maurizio Arena.

Aveva iniziato giovanissimo la sua carriera prima ai microfoni dell’EIAR, poi a teatro nella compagnia di Italia Almirante, celeberrima diva del muto, poi davanti alle macchine da presa nel cinema muto diretto da Mario Almirante, il papà del futuro segretario del MSI Giorgio, poi, quando arrivò la voce al cinema, fu l’attore preferito da Mario Comencini e l’interprete principale di numerosi film tra cui “Gli uomini, che mascalzoni…” dove lanciò la famosa canzone “Parlami d’amore Mariù” anch’essa finita in cucina tra le labbra di mia madre che amava canticchiarla. La filmografia di De Sica attore è vastissima ma tutti lo ricordano come il maresciallo Carotenuto di “Pane Amore e…”, e accanto a Totò quando il maresciallo diventa Vittorio Cotone ne “I due marescialli”. Ma il nome di Vittorio De Sica diventa universalmente noto quando passò dietro la macchina da presa.

È, insieme a Federico Fellini, l’unico regista italiano a vincere ben quattro premi oscar per il miglior film straniero: “Sciuscià“, “Ladri di Biciclette“, “Ieri, oggi e domani” e “Il giardino dei Finzi Contini“. Quel 13 novembre del 1974, in quella clinica francese nota per i viaggi della speranza, si spense Vittorio De Sica che aveva fatto appena in tempo a vedere l’anteprima nazionale di “C’eravamo tanto amati” di Ettore Scola dove, per pochi minuti, appare Vittorio De Sica attore. Mia madre gli sopravvisse per oltre dieci anni e continuava a canticchiare “Signorinella” e “Parlami d’amore Mariù” forse pensando a quell’uomo affascinante dai tratti signorili.

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