il 10 settembre 1898 l’italiano Lucheni uccide a Ginevra la principessa Sissi
Accadde oggi, era il 10 settembre 1898 quando Elisabetta d’Austria, passata alla storia come principessa Sissi grazie a una serie di film degli anni ’50 (foto sotto), veniva assassinata in Svizzera per mano dell’italiano Luigi Lucheni. Elisabetta Amalia Eugenia di Wittelsbach era nata a Monaco di Baviera il 24 dicembre 1837, quarta dei dieci figli del duca Massimiliano Giuseppe e di Ludovica di Baviera. A differenza di molte altre donne del suo rango, dimostrò fin da ragazza una spiccata sensibilità, e prese ad occuparsi con amorevole cura di poveri e ammalati. Prima di sposare l’imperatore d’Austria, Elisabetta si innamorò di uno scudiero che morì dopo poco tempo, lasciandola nello sconforto e nella disperazione più completa, sentimenti che la giovanissima Sissi riportò in una serie di poesie dedicate al suo amore tragicamente perduto. A soli 16 anni divenne imperatrice sposando l’altrettanto giovane Francesco Giuseppe d’Austria, suo cugino, dal quale ebbe quattro figli. Fin da subito il carattere ribelle e anticonformista di Elisabetta diventò un problema per la suocera, l’arciduchessa Sofia, che pretendeva dalla nuora il rispetto della rigida etichetta che vigeva da sempre alla corte di Vienna. La bellezza dell’imperatrice divenne quasi proverbiale, e fu sempre molto invidiata per la sua posizione sociale e per il suo meraviglioso aspetto. Col passare del tempo, però, proprio il suo aspetto fisico divenne un’ossessione. Sissi se ne occupava con una cura maniacale, arrivando addirittura a mangiare il minimo indispensabile pur di riuscire a mantenere la linea perfetta che aveva da ragazza. La sua bellezza fu in seguito considerata “eterna” solo perché dopo i trent’anni non si fece mai più fotografare, lasciandoci solo i ritratti della sua giovinezza. Come ogni bellissima principessa che si rispetti la sua vita non fu delle più felici. Diversi e gravi lutti famigliari la colpirono facendola cadere in uno stato depressivo quasi perenne, in particolare dopo il suicidio del figlio ed erede al trono Rodolfo, evento che la portò ad abbandonare la cura del suo corpo e a smettere di indossare i suoi sontuosi abiti. Prese quindi a vestirsi solo di nero e in maniera sobria. Il pensiero del suicidio e della morte come soluzione alle pene terrene si fece sempre più spazio nella sua mente. Essere imperatrice e dover rispettare le rigide regole di corte divennero le sue torture più grandi. E la tanto agognata morte arrivò proprio il 10 settembre 1898. Durante una visita a Ginevra, la sessantunenne Elisabetta venne uccisa dall’anarchico italiano Luigi Lucheni, che la pugnalò al cuore con uno stiletto. Fu seppellita a Vienna nella cripta dei Cappuccini, a fianco del marito e dell’amatissimo figlio.