Furti di corallo, a processo i pescatori di frodo in Costiera amalfitana
Il WWF è stato ammesso come parte civile nel processo a carico di otto persone imputate di associazione a delinquere e di inquinamento ambientale per aver danneggiato alcuni banchi di corallo in Costiera amalfitana e sorrentina. Al Tribunale Ordinario di Salerno, si è conclusa l’udienza preliminare: uno degli imputati ha chiesto e ottenuto una sentenza di patteggiamento, mentre gli altri sono stati rinviati a giudizio. La prima udienza dibattimentale si svolgerà il 17 novembre nella II Sezione Penale del Tribunale Ordinario di Salerno. Il corallo danneggiato appartiene a una specie protetta, la corallum rubrum, e si trova all’interno delle aree marine protette dello scoglio dell’Isca in Praiano e Capo di Conca.
Gli accusati, nel corso di numerose immersioni, avrebbero asportato senza autorizzazione alcuni quantitativi di corallo protetto, con tecniche vietate che avrebbero danneggiato l’ecosistema marino. Il pescato sarebbe poi stato venduto a intermediari in collegamento con soggetti appartenenti al circuito del traffico illecito. Sarebbe coinvolta anche una società che, secondo l’accusa, sarebbe stata costituita al solo fine di fornire legittimità apparente alle attività. Le indagini si sono svolte attraverso le intercettazioni delle comunicazioni telefoniche tra gli indagati e agli accertamenti tecnici effettuati nei luoghi delle immersioni. “È un primo grande risultato – ha dichiarato Donatella Bianchi, presidente del WWF Italia – che testimonia la necessità di predisporre misure sempre più efficaci di controllo dei nostri mari, per difendere le sue preziose risorse dalle attività di pesca e prelievo illegali. Il WWF continuerà il suo impegno nel contrasto ad ogni crimine ambientale”.