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Il 4 luglio 2003 moriva Barry White Attualità 

Il 4 luglio 2003 moriva Barry White

Accadde oggi: il 4 luglio 2003, 20 anni fa, muore Barry White, una delle grandi voci della musica nera, deceduto 17 anni fa  a Los Angeles, per una grave forma di insufficienza renale. Pochi mesi prima era stato colpito da un ictus che aveva paralizzato una parte del suo corpo e compromesso la sua capacità di parola. White, conosciuto in tutto il mondo per aver scritto e interpretato brani come “Let the music play”, “You’ re the first, the last, my everyhting”, è stato il primo, grande, inarrivabile maestro delle “ballate disco”, l’ indiscusso principe della disco music: nato a Galveston, in Texas, nel 1944, White impara a cantare e suonare da giovanissimo, nella chiesa del suo quartiere ed incide il suo primo singolo nel 1960 con la sua band, gli Upfront. Dovranno passare più di dieci anni perché il grande pubblico si accorga di lui, della sua voce baritonale e soprattutto delle sue doti di autore, quando con la sua Love Unlimited Orchestra, nel 1974, arriva ai vertici delle classifiche con “Love’ s Theme”. Da quel momento, fino alla fine del decennio e ai primi anni Ottanta, Barry White infila una lunghissima serie di hit, diventando non solo una delle stelle più acclamate della disco music ma anche, e soprattutto, un padre fondatore del genere, influenzando con il suo stile decine e decine di compositori e arrangiatori, che cercheranno di riprodurre il suo marchio di fabbrica. La sua musica è “slow and cool” per definizione, persino i suoi brani più ballabili sono sostanzialmente delle ballate, hanno un fortissimo approccio melodico, sfruttano l’ orchestra nella sua completezza. Sulla scia del successo di White e dell’ affermazione della disco, molti altri gruppi e solisti aggiornano il proprio catalogo di suoni. Alcuni lo fanno in maniera naturale, come Marvin Gaye, che con la sua straordinaria saggezza si mette in sintonia con lo spirito dei tempi, anzi lo anticipa e lo racconta, non mescolandosi necessariamente alla disco ma rinnovando profondamente il soul. Altri rinnovano la grande tradizione, come i Commodores, avvicinandosi al pop senza tradire le radici; altri cercano semplicemente di mettere in sintonia la musica da discoteca e dei ritmi più “cool”, leggeri, vibranti, come Kc & The Sunshine Band, Timmy Thomas, gli Earth Wind and Fire e molti altri ancora. Poi c’ è chi si ostina a scrivere grandi canzoni, chi non dimentica il rhythm’ n’ blues e chi, deliberatamente, vuol provare a riportare in pista le coppie, a farle ballare guancia a guancia, a far tornare di moda il ballo “lento”. White diventa, insomma, un simbolo, un artista da seguire e da copiare, e il suo stile influenza la musica afroamericana in maniera profonda. Finita l’ ondata disco, si è trasformato in una delle voci più classiche del pop americano, sfruttando la sua vocalità profondissima per trasformarsi in un interprete elegante, personale, arrivando nuovamente al successo con un brano di Billy Joel come “Just the way you are”. Durante tutti gli anni Novanta ha continuato a scalare le classifiche, soprattutto attraverso i concerti dal vivo e con le raccolte dei suoi hit, che hanno convinto anche le generazioni più giovani del suo caldissimo “love style”.

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