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Fonderie, il Tar riaccende i forni. I giudici bacchettano il Comune sulla costruzione di case intorno all’opificio Attualità Primo piano 

Fonderie, il Tar riaccende i forni. I giudici bacchettano il Comune sulla costruzione di case intorno all’opificio

I forni delle Fonderie Pisano rimangono accesi. Il verdetto è stato pubblicato il giorno della vigilia di Natale dal Tribunale Amministrativo regionale. Quindi, Regione bocciata sul decreto della revoca dell’Aia, l’autorizzazione integrata ambientale rilasciata ai Pisano nel 2012.  Poi le bacchettate al Comune sulle case costruite intorno alla fabbrica. «A cosa servono piani regolatori e urbanistici se poi le case finiscono per  mescolarsi all’opificio?», si chiedono i giudici del Tar nelle motivazioni della sentenza. Infatti, l’installazione delle fonderie esiste fin dal 1960, e il Piano regolatore generale del 1963 individuava l’area occupata dall’installazione come “Zona industriale”, nella quale era fatto divieto di costruire edifici di abitazione se non per il personale di custodia delle industrie». E pure «nella variante al Piano del 1989 si indicava che il numero degli abitanti da insediare era pari a zero». Poi è arrivato il 2007 e l’area è stata inserita nel comparto residenziale, con la previsione di un Piano urbanistico attuativo la cui approvazione è condizionata alla delocalizzazione dell’attività produttiva.

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