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False attestazioni alla proclamazione degli eletti a Scafati: consiglieri e amministratori pagheranno una sanzione pecunaria Provincia e Regione 

False attestazioni alla proclamazione degli eletti a Scafati: consiglieri e amministratori pagheranno una sanzione pecunaria

Richiesta di decreto penale di condanna formulata al giudice dal pm Roberto Lenza della procura di Nocera Inferiore per i 21 tra consiglieri e amministratori di Scafati accusati di falso in atto pubblico per dichiarazioni mendaci rese al momento della firma per la proclamazione dopo il voto a Scafati. Richiesta di sanzione pecuniaria per il sindaco Cristoforo Salvati, i consiglieri comunali Liliana Acanfora, Michelangelo Ambrunzo, Paolo Attianese, Camillo Auricchio, Giovanni Bottone, Ida Brancaccio, Alfonso Carotenuto, Nicola Cascone, Annunziata Di Lallo, Alfonso Di Massa, Michele Grimaldi, Serena Porpora, Michele Russo, Arcangelo Sicignano, Antonella Vaccaro e Pasquale Vitiello, gli assessori Raffaele Sicignano e Alfonso Fantasia e infine il vicesindaco Giuseppe Fattoruso. I loro nomi- scrive Metropolis- fanno parte di uno stralcio d’inchiesta in cui compaiono anche Marco Cucurachi, ex consigliere comunale, e Michele Russo, quest’ultimo per un contenzioso con l’Ente a differenza di questo nuovo filone. Le accuse per tutti riguardano «dichiarazioni di insussistenza di cause ostative all’assunzione della carica di consigliere comunale, con false attestazioni di non trovarsi in alcuna delle cause di incompatibilità previste per legge, avendo invece debiti liquidi ed esigibili nei confronti dell’Ente», con venti capi d’accusa gemelli tutti ricalcati in modo identico per ognuna delle persone coinvolte dall’inchiesta, portata avanti dagli uomini della sezione di polizia giudiziaria della Procura e coordinata dal pm Roberto Lenza. La vicenda è stata consumata, per le contestazioni formulate, attraverso presunte false dichiarazioni negli atti per presentare la candidatura al consiglio comunale, con la dichiarazione incriminata resa il 27 giugno scorso, data della proclamazione pubblica. Gli inquirenti avevano avviato l’attività investigativa dopo delle precedenti ispezioni negli uffici del Comune e presso la sede della Geset per acquisire documenti. Il caso giudiziario fin dall’inizio riguardava presunte incompatibilità non denunciate in tempo dai politici dell’Ente, ma soltanto successivamente all’insediamento in assise. Nel corso di almeno quattro blitz l’azione inquirente aveva segnato il passo, ricostruendo documentalmente un quadro preciso. La vicenda era stata sollevata da alcune denunce, inviate anche dalla segretaria comunale Giovanna Imparato dall’ex sindaco Aliberti. Ora per tutti gli indagati c’è stata richiesta di decreto di condanna penale al giudice per le udienze preliminari che dovrà valutare se accogliere o respingere l’istanza della procura oppure consegnare gli atti al titolare del fascicolo.

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