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Dpcm firmato nella notte, stretta sui locali pubblici e a scuola per ora niente didattica a distanza Attualità Primo piano 

Dpcm firmato nella notte, stretta sui locali pubblici e a scuola per ora niente didattica a distanza

Il premier Conte ha firmato nella notte il provvedimento che introduce nuove regole e restrizioni per contrastare i contagi da covid 19. Un Dpcm la cui bozza ha alimentato tensioni con le Regioni sino all’ultimo, tanto che la firma, attesa già nella serata di ieri, è poi slittata per cercare di limare i punti sui quali erano maggiori le distanze.

MASCHERINE. L’articolo 1 del dpcm stabilisce che «è fatto obbligo sull’intero territorio nazionale di avere sempre con sé dispositivi di protezione delle vie respiratorie, nonché obbligo di indossarli nei luoghi al chiuso diversi dalle abitazioni private e in tutti i luoghi all’aperto a eccezione dei casi in cui, per le caratteristiche dei luoghi o per le circostanze di fatto, sia garantita in modo continuativo la condizione di isolamento rispetto a persone non conviventi, e comunque con salvezza dei protocolli e delle linee guida anti-contagio previsti per le attività economiche, produttive, amministrative e sociali, nonché delle linee guida per il consumo di cibi e bevande».

Dall’obbligo è escluso chi fa attività sportiva, i bambini sotto i 6 anni, i soggetti con patologie e disabilità incompatibili con l’uso della mascherina. Viene inoltre «fortemente raccomandato» l’utilizzo dei dispositivi «anche all’interno delle abitazioni private in presenza di persone non conviventi».

Scongiurato, almeno per ora il rischio di un brusco ritorno alla didattica a distanza specie per i ragazzi delle superiori per i quali l’ipotesi era stata ventilata e caldeggiata dalle Regioni, con l’obiettivo di ridurre anche la pressione sul trasporto pubblico locale. Saranno sospesi i viaggi di istruzione e le gite scolastiche. «I locali, ristoranti, pasticcerie e bar, chiuderanno alle 24 e dalle 21 si potrà solo consumare ai tavoli. Non in piedi davanti al locale». Una misura che era già stata prospettata dal governo e che non ha mancato già nella notte di suscitare le reprimende degli esercenti: «La chiusura anticipata dei pubblici esercizi è una misura del tutto non necessaria. Le regole di distanziamento, all’interno ed all’esterno dei locali, permettono a bar e ristoranti di offrire ai cittadini un servizio sicuro, come del resto si è visto in questi ultimi quattro mesi». Così in una nota Giancarlo Banchieri, presidente di Fiepet Confesercenti.

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