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Crollo del multipiano a Maiori, imprenditori e tecnici a giudizio Provincia e Regione 

Crollo del multipiano a Maiori, imprenditori e tecnici a giudizio

Per il crollo nel cantiere del parcheggio multipiano di via Capitolo c’è il rinvio a giudizio. In cinque sono a  processo per violazione alle norme urbanistiche e falso. A dibattimento ci sono il committente dei lavori Antonio Ferrara , i tecnici Alberto Senatore e Matteo Sernicola di Cava de’ Tirreni e i responsabili delle due ditte incaricate dell’esecuzione dei lavori: Antonio Tortora di Pagani e Annaluisa Scogliamiglio di Angri. Nel mese di marzo del 2013 era attivo in via Capitolo un cantiere per la costruzione di 90 garage. La ditta di trivellazione stava eseguendo la posa di una serie di pali per creare una paratia. La strutture interrata doveva servire per contenere la struttura superiore, un parcheggio privato. L’opera secondo la procura – non rispettò i parametri descritti nel progetto. Ciò determinò il crollo della paratia e la conseguente frana del terrapieno retrostante. Il crollo – secondo gli inquirenti – fu determinato da un errore del progettista che omise di valutare fedelmente lo stato dei luoghi. Le due ditte, in particolare quella deputata alle trivellazioni, sono responsabili di non aver rispettato le linee dettate dal progetto approvato dall’ufficio tecnico comunale, sopratutto in relazione alla profondità della palizzata tirante che avrebbe dovuto sostenere il carico del piano superiore. I tiranti, inoltre, dovevano agganciarsi nella proprietà confinante. All’esame del giudice c’era anche le perizie, svolte con la formula dell’incidente probatorio, da due geologi, oltre alle annotazione di indagini svolte dai carabinieri che effettuarono anche il sequestro preventivo del cantiere, restituito poi agli aventi diritto in seguito al provvedimento di dissequestro emesso a gennaio dello scorso anno dai giudici del tribunale del Riesame di Salerno. Per questo procedimento sono state individuate in qualità di persona offesa il comune di Maiori- scrive La città-, la Soprintendenza di Salerno e la Regione Campania. Gli imputati sono accusati anhe di aver realizzato le opere poi crollate in una zona a vincola paesaggistico, perché ricadente nel perimetro del Parco Monti Lattari, senza il preventivo nulla osta dell’ente che gestisce l’area protetta.

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