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Covid, il Governo valuta chiusure per territori con più contagiati. Il ministro Boccia: “Due, tre settimane” Attualità 

Covid, il Governo valuta chiusure per territori con più contagiati. Il ministro Boccia: “Due, tre settimane”

Non si esclude “la necessita’ di una, due, tre settimane di stop in alcuni territori, perché l’indice Rt non é uguale dappertutto”. Lo ha detto il ministro per gli Affari regionali e le Autonomie, Francesco Boccia parlando dell’emergenza Covid.
Il governo intanto si prepara a favorire chiusure mirate sul territorio, in accordo con sindaci e governatori. Ma è al lavoro anche su un nuovo dpcm che conterrà provvedimenti più stringenti. A rischio la didattica in presenza. Tuttavia il lockdown totale viene visto solo come soluzione estrema. A confermarlo sono il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, impegnato in un nuovo vertice cominciato alle 13 con i capidelegazione del governo, e due dei suoi ministri, Luigi Di Maio e Luciana Lamorgese, tutti ospiti del festival del Il Foglio: “Abbiamo adottato un quadro di misure restrittive e a livello regionale ci sono dei governatori che stanno adottando misure ancora più rigide”, ha detto il premier. Posto che sulla portata della seconda ondata “non abbiamo la palla di vetro”, ha detto Conte, “ieri è uscito un aggiornamento stiamo lavorando, ci stiamo confrontando con gli esperti e valutando se intervenire ancora”, ha continuato. “L’impennata dei contagi rischia di mettere in crisi anche la didattica in presenza a scuola,  ma non è quello il nostro obiettivo, noi vogliamo difendere, speriamo fino alla fine, la didattica in presenza. Il premier ha poi annunciato di aver chiesto ai presidenti di Camera e Senato “di trovare uno strumento, un luogo per confrontarsi in modo celere con il Parlamento. Quindi non solo forze di maggioranza ma anche di opposizione per assumere decisioni rapide”. Una proposta, questa del tavolo di confronto, in realtà lanciata dal Pd, come ha sottolineato il vicesegretario Andrea Orlando: “Ora dal metodo bisogna passare al merito, ci deve essere una disponibilità da parte del governo e della maggioranza a mettere in discussione i provvedimenti se ci sono proposte convincenti delle opposizioni”. Ma, ha sottolineato, “è necessario che le opposizioni cambino tono, se si vuol rendere costruttivo quel metodo, parlare di dittatura sanitaria e anti europeismo da comizio non ci farà fare passi in avanti”. “Sono ore di riflessione europea, in altri Paesi ci sono situazioni peggiori, noi dobbiamo capire se anticipare delle mosse” in vista di “un dpcm che sarà più restrittivo, non certo di allentamento”, ha spiegato il ministro degli Esteri. E la responsabile del Viminale, al centro in questi giorni di un acceso scontro con Matteo Salvini sui decreti sicurezza, ha chiarito: “Il lockdown è l’extrema ratio”.

 

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