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Covid 19 nel Regno Unito, da oggi test e tracciamenti: 20mila segugi in campo Attualità Italia e Mondo 

Covid 19 nel Regno Unito, da oggi test e tracciamenti: 20mila segugi in campo

“Test, trace” e 20mila “segugi”. Sul suolo britannico (Inghilterra e Scozia su tutti) non si parla d’altro perché  è attivo il nuovo sistema di test e tracciamento contro il coronavirus, parte della Fase 2 nella lotta alla pandemia. Si tratta di un sistema ancora da affinare, ma il governo britannico di Boris Johnson lo ha lanciato in fretta, prima che venisse completato del tutto, sia per le pressioni dopo le sue promesse pubbliche sia perché il 1° giugno Oltremanica parte ufficialmente la Fase 2. È il giorno in cui verranno riaperti i negozi all’aperto e i saloni dei rivenditori di auto, mentre per tutti gli altri esercizi commerciali se ne riparlerà il 15 giugno, sempre con le misure di distanziamento sociale e altre comuni accortezze sanitarie. Ancora nulla per pub, ristoranti e parrucchieri, anche se per le birrerie si pensa a un’esenzione nelle prossime settimane, sempre rispettando le regole di sicurezza. Da oggi ogni cittadino britannico o residente in Regno Unito potrà ricevere una telefonata dalle autorità per imporgli l’auto-isolamento con una durata massima di 14 giorni. Ciò avviene se un’altra persona manifesta sintomi da Covid-19 e lo segnala alla sanità britannica. Questa, qualora la positività del soggetto venisse confermata, attiva immediatamente uno dei “20mila segugi”, il/la quale interroga il possibile malato di coronavirus su tutti i “contatti diretti” che ha avuto di recente. Nello specifico, da due giorni prima e sette giorni dopo la manifestazione dei primi sintomi. Alle persone venute “a contatto”  verrà dunque imposta una quarantena di due settimane, anche se non hanno sintomi e anche se si è già contratto e superato il coronavirus (“l’immunità non è affidabile”, sostiene il governo). Se invece i cittadini indicati dalle segnalazioni hanno già sintomi da Covid-19, anche il resto delle persone che condividono con loro l’abitazione devono mettersi in auto-isolamento per i 14 giorni successivi. Per “contatto diretto”- scrive repubblica.it- si intende esser venuto a contatto con una persona, al di fuori del nucleo familiare, a una distanza inferiore di due metri e per almeno 15 minuti. Ma come potrà essere imposta una cosa del genere? Il premier Johnson e il ministro della Salute Hancock hanno apertamente detto di affidarsi al buon “senso civico” dei britannici. Il che di norma è in gran parte indiscutibile in Regno Unito. Ma come si comporteranno adesso i cittadini dopo lo scandalo di Dominic Cummings, il “rasputin” di Boris, che lo ha difeso strenuamente nelle ultime ore nonostante avesse infranto le regole del “lockdown”? Il rischio di comportamenti “anarchici” è sempre più diffuso. Johnson e Hancock sinora hanno solo accennato a possibili sanzioni amministrative per coloro che non rispetteranno la quarantena imposta dall’alto, ma a oggi si tratta di una extrema ratio. Inoltre, si teme che, anche per questioni di privacy, i cittadini infetti possano per esempio non dire la verità su alcune persone che hanno davvero incontrato. Oppure segnalare – anonimamente – qualche conoscente non troppo simpatico per fargli imporre un isolamento di 14 giorni. Insomma, tutto o quasi si baserà sull’etica dei britannici. Molte di queste incertezze si potrebbero risolvere con l’utilizzo della app di tracciamento NHSx sperimentata da diverse settimane all’Isola di Wight, ma purtroppo la app non è ancora pronta per fare il grande salto su tutto il territorio nazionale, a causa di alcuni malfunzionamenti e incompatibilità con vari dispositivi o cellulari. “Sarà pronta la prossima settimana”, ha assicurato il ministro Hancock, immaginando dunque un suo utilizzo, anche questo su base volontaria, già per lunedì prossimo, per il progetto completo “test, track and trace”. La app NHSx sfrutta il sistema bluetooth dei cellulari e segnala automaticamente tutti coloro che sono venuti a contatto di qualcuno potenzialmente infetto (segnalazione spontanea dell’utente, in attesa del test) nel raggio di due metri. arriva dopo l’annuncio della quarantena obbligatoria per tutti coloro – anche cittadini britannici – che dall’8 giugno in poi (ri)entreranno sul suolo britannico, anche se non hanno sintomi. Un provvedimento che verrà rivisto ogni tre settimane e che ha scatenato molte polemiche perché dai suoi critici considerato inutile a picco passato e molto poco tempestivo. Ieri quaranta deputati conservatori si sono scagliati contro Johnson contro la quarantena di viaggio.

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