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Coronavirus, nessuna regione a contagio zero. Nelle ultime due settimane 2546 nuovi casi Attualità Italia e Mondo Primo piano 

Coronavirus, nessuna regione a contagio zero. Nelle ultime due settimane 2546 nuovi casi

Continuano a calare i ricoveri per il coronavirus ma resta stabile il trend dei contagi in Italia. E se si prendono in considerazione le ultime due settimane, nessuna regione può dirsi a casi 0. Questo è quanto emerge dal nuovo report realizzato dalla Fondazione Gimbe, organizzazione indipendente che promuove la formazione e la ricerca in ambito sanitario e una medicina basata sulle evidenze scientifiche.

Dal 25 giugno al 7 luglio si sono registrati 2.546 nuovi casi di Covid-19 in Italia, di cui il 51,8% in Lombardia (1.319), seguita da Emilia-Romagna (402 casi), Lazio (171), Piemonte (158) e Campania (102). Tutte le altre Regioni si attestano sotto i 100 nuovi casi con un range che va dagli 88 del Veneto a un unico nuovo caso in Molise. Nessuna però ha contagi zero.

Per quanto riguarda i tamponi diagnostici (esclusi, cioè, quelli eseguiti per confermare la guarigione o per bisogno di ripetere il test), svetta la Provincia Autonoma di Trento, che ne ha eseguiti 986 per ogni 100.000 abitanti. Seguono Emilia-Romagna (724) e Molise (715).

La percentuale di tamponi diagnostici positivi, a proposito della quale  per Gimbe è superiore alla media nazionale solo in Lombardia (2,16%) e in Emilia-Romagna (1,25%), mentre nelle altre Regioni il range oscilla tra lo 0,87% di Liguria e Piemonte e lo 0,04% della Puglia.

Nino Cartabellotta, presidente Gimbe, ha ribadito la necessità di avere più dati. In alcune dichiarazioni riportate da ‘Ansa’: “La limitata disponibilità di dati non permette di stabilire se i contagi siano imputabili all’insorgenza di focolai o alla diffusa circolazione del virus”.

Ancora Cartabellotta: “In questa fase di convivenza con il virus è indispensabile non abbassare la guardia mantenendo comportamenti individuali responsabili”.

E poi: “Le Regioni devono continuare a garantire una stretta sorveglianza finalizzata sia a identificare tempestivamente i focolai, sia a una continua attività di testing per le categorie a rischio”.

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