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Coronavirus in Italia, l’Iss: “Trend in aumento ma non siamo in emergenza” Attualità Italia e Mondo 

Coronavirus in Italia, l’Iss: “Trend in aumento ma non siamo in emergenza”

La curva dei contagi da coronavirus resta in rialzo, trainata dal Veneto, e l’Istituto superiore di sanità parla di “trasmissione diffusa” e di “tendenza in aumento”, sebbene “il numero di nuovi casi resti nel complesso contenuto”. I 379 positivi in 24 ore confermano il livello del giorno precedente, che non si vedeva in Italia da maggio. Un effetto dei molti tamponi – oltre 68 mila -, ma anche di 736 cluster- scrive l’Ansa-, 123 dei quali recenti. E otto regioni hanno un indice Rt superiore a 1, la soglia di sicurezza. Ma in Lombardia si torna a viaggiare sui mezzi pubblici, con la disponibilità del 100% dei posti a sedere. Segnali di un Paese che cerca di tornare alla normalità, ma in cui si vedono scene come quella della Fiera di Roma, dove migliaia di partecipanti al test per l’accesso alla facoltà di Medicina si assembrano senza molta prudenza. Tutto in un contesto europeo in cui la pandemia si è riaccesa forte nelle grandi nazioni.

L’Italia, con una media di 5 casi ogni 100 mila abitanti, resta per ora ben al di sotto dei numeri di Spagna, Gran Bretagna, Germania e Francia, tutte tra gli 800 e gli oltre 1.500 casi nelle ultime 24 ore. Ma dopo i 386 nuovi positivi di giovedì, i 379 di venerdì segnalano che il virus sta rialzando la testa. Una sola regione, la Valle d’Aosta, non registra nuovi casi. Da 5 giorni ormai si è tornati a fare molti più tamponi. E’ il Veneto la regione con l’indice Rt piu’ alto in Italia secondo il monitoraggio settimanale dell’Istituto Superiore di Sanita’ e del Ministero della Salute, con un valore di 1.66. Seguono la Sicilia (1.55), la Campania (1.44), entrambe la scorsa settimana sotto il valore soglia di 1. La Lombardia e il Piemonte invece si attestano ad un valore inferiore: 0.96 per la prima e 0.87 per la seconda. Il Veneto, che tra le regioni del nord più colpite era quella dalla performance migliore, accusa il colpo di coda di Covid-19 e conta 117 nuovi casi, sempre nel centro di accoglienza per migranti di Casier, nel Trevigiano. La quasi totalità asintomatici, peraltro.

“Clinicamente in questo momento non siamo in emergenza”, assicura il presidente della Regione Luca Zaia, che chiede di dismettere strutture come l’ex caserma. La regione ha il 31% dei positivi di giornata, la Lombardia con 77 – la metà a Milano – il 20%. E per la prima volta i pazienti in terapia intensiva nel Lazio superano quelli lombardi. La relativa normalizzazione della Lombardia spinge il governatore Attilio Fontana a rendere disponibili con un’ordinanza il 100% dei posti a sedere sui mezzi pubblici e il 50 per cento di quelli in piedi. Resta invece l’obbligo di mascherina al chiuso, sempre fino al 10 settembre.

Provvedimenti che oscillano tra apertura e prudenza, mentre in altre regioni del nord il virus ha ripreso a circolare più forte. In Piemonte nell’ultima settimana i nuovi casi di positività sono quasi raddoppiati a causa del focolaio fra gli stagionali di Saluzzo e dei casi importati, rende noto il governatore Alberto Cirio. Ma l’epidemia sembra essersi spostata anche al sud, se tra le regioni con l’indice Rt sopra 1 ci sono ora la Campania e la Sicilia (per la quale influiscono gli sbarchi di migranti). Intanto il Consiglio di Stato ha stoppato per il momento la desecretazione dei verbali del Comitato tecnico scientifico (Cts), dopo che il Tar del Lazio aveva accolto il ricorso della Fondazione Einaudi. Sul fronte vaccino, infine, l’Agenzia Italiana del Farmaco ha autorizzato la sperimentazione di fase 1 di quelllo prodotto dall’azienda bio-tecnologica italiana ReiThera.

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