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Contagi in aumento, stretta tra regioni e città: la mappa Attualità Italia e Mondo 

Contagi in aumento, stretta tra regioni e città: la mappa

La seconda ondata ha convinto città e regioni, soprattutto quelle dove la curva negli ultimi giorni si è impennata più che in altre, a tornare a chiudere.

Il Governo cerca in qualche modo di coordinare gli interventi così come ha sottolineato lo stesso presidente del Consiglio, Giuseppe Conte: “La strategia diversa” di questa seconda fase del contagio da Covid “si giova anche di un sistema di monitoraggio molto sofisticato – spiega – si stanno definendo misure restrittive ma localizzate. Dobbiamo entrare nella prospettiva che possono essere disposte a livello territoriale da presidenti di Regione e sindaci laddove la situazione critica diventi particolarmente preoccupante”.Interviene anche il Viminale – ora al centro della mediazione con gli Enti Locali – è stata inviata ai Prefetti una circolare del capo di Gabinetto, Bruno Frattasi, che fornisce alcune indicazioni sui profili attuativi del Dpcm sulle misure anti-covid. Tra queste, anche la possibilità di prevedere “una chiusura parziale delle strade o delle piazze, restringendo, cioè, l’accesso senza interdirlo totalmente, con il contingentamento degli ingressi”, ovvero accessi ‘a numero chiuso’. I sindaci dovranno informare con “adeguati mezzi comunicativi”, sia le associazioni di categoria, sia la cittadinanza interessata, della chiusura di piazze e vie a rischio assembramento. Ci saranno margini di flessibilità sul rispetto degli orari e per i controlli, se necessario, è previsto anche l’ausilio dell’esercito.

Alcune Regioni, così come fatto già ieri dalla Lombardia, stanno chiedendo in queste ore il consenso del ministro della Salute, Roberto Speranza, per “tutelarsi” in merito ad ulteriori strette e provvedimenti di zone rosse. L’idea è quella di una concertazione e della maggiore condivisione possibile su eventuali nuove misure da prendere, anche se a livello territoriale: “per zone”. Per ora non si parla di lockdown esteso ma, grazie anche a quanto consentito dall’ultimo dpcm, di chiusure restrittive e localizzate, come ha deciso di fare la Regione Piemonte, che renderà off limits nel fine settimana i centri commerciali non alimentari. Diverse le soluzioni per ora intraprese anche da Lombardia e Campania, che hanno approvato ordinanze per proclamare il coprifuoco dalle 23 alle 5 del mattino.

Chiusure anche nelle grandi città, decisioni che del resto erano nell’aria da giorni: riguarderanno per ora vie e piazze della movida di Roma e Torino. Il governatore del Piemonte, Alberto Cirio, ha annunciato ai suoi corregionali lo stop di tutti i locali a mezzanotte e la chiusura dei centri commerciali durante il fine settimana, con la sola eccezione dei negozi con prodotti di prima necessità e le farmacie. Chiusura poi alle 24, in linea con quanto annunciato da Palazzo Chigi, dei locali pubblici, con il fine annunciato più volte di evitare assembramenti. La Regione introduce inoltre, dal 26 ottobre, l’obbligo per le classi dalla seconda alla quinta della scuola secondaria di secondo grado, di seguire per almeno il 50% dei giorni la didattica digitale a distanza, in alternanza con la presenza in aula.

Anche la Regione Liguria applicherà una ordinanza analoga a quella del Piemonte sulla scuola. Il presidente della Liguria Giovanni Toti, di concerto con il ministero della Sanità, firmerà un’ordinanza che da lunedì imporrà il divieto totale di assembramento ovunque nell’intero territorio per bloccare la crescita del contagio. La Puglia vuole la Dad

Il presidente della Lombardia, Attilio Fontana, dovrebbe essere in grado, visto anche il nulla osta garantito da Roma e in particolare dal ministro della Salute Roberto Speranza, di avviare il coprifuoco a partire da giovedì prossimo, vietando quindi a tutti di poter uscire di casa se non per comprovate necessità; allo stesso tempo, come accennato, chiuderà anche i centri commerciali il sabato e la domenica.

Molto attivi anche i sindaci. Chiusi le scuole e gli asili di Sestu, nella Città metropolitana di Cagliari così come i baby parking, le palestre, le biblioteche e le piazze attrezzate con giochi. Non solo. Sino al 29 sono state sospese anche le manifestazioni culturali e sportive e tutti gli eventi pubblici e privati. Il mini lockdown deciso dalla sindaca Paola Secci è legato all’impennata di casi di Coronavirus, passati da 15 a 37 in pochi giorni. Molto a rischio sempre nelle città, ma soprattutto nei centri minori, i mercatini rionali o – tra poche settimane – quelli dedicati alle festività natalizie. È già accaduto a Gorizia, dove quest’anno non si terranno la consueta Fiera di Sant’Andrea (sia il mercatino, sia le giostre) e non verrà allestita la pista per il pattinaggio sul ghiaccio nella centrale piazza della Vittoria. Annullati definitivamente i mercatini di Natale anche in Alto Adige, come ha fatto sapere il governatore Arno Kompatscher, che ha annunciato la chiusura dei bar alle 23 e delle sale gioco alle 18. Niente mercatini anche a Trento, ha fatto sapere il primo cittadino Franco Ianeselli. L’accelerazione dei contagi – scrive l’ansa-porta i municipi a compiere gesti drastici, come è successo ad Altamura (Bari), dove sono stati annullati i consigli comunali e le riunioni delle commissioni in presenza. E i lavori proseguiranno solamente online. Altamura al momento è uno dei Comuni pugliesi con più contagi da Covid: 260 persone sono in isolamento domiciliare, 7 ricoverate. Infine mini lockdown nella Penisola Sorrrentina, dove fino al 24 ottobre si effettuerà un controllo serrato per stanare possibili contagiati.

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