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Consiglio europeo, Conte: “Italia pronta a riforme, ma stop a dumping e surplus” Attualità Italia e Mondo 

Consiglio europeo, Conte: “Italia pronta a riforme, ma stop a dumping e surplus”

Sospesi i lavori della plenaria del vertice Ue che deve decidere sul piano per la ripresa da 750 miliardi e il bilancio Ue 2021-2027. Sul tavolo del summit, nel tentativo di sbloccare i negoziati, il presidente del Consiglio Charles Michel ha messo una nuova proposta di compromesso che prevede tra l’altro una riduzione di circa 50 miliardi delle sovvenzioni a fondo perduto, che scenderebbero così da 500 a 450 miliardi. Prima della sospensione dei lavori il premier Giuseppe Conte ha svolto “un intervento molto duro”. Conte ha attaccato “l’approccio ben poco costruttivo con cui alcuni Paesi stanno affrontando la discussione, dimostrando scarsa consapevolezza sulla crisi epocale che l’Europa sta vivendo e sulla necessità di una pronta ed efficace reazione”.Quella del Consiglio europeo “è una discussione spartiacque perché da domani dovrà essere affrontata in tutte le sedi europee una riforma organica della politica fiscale europea”. Lo ha detto, secondo quanto si apprende, il premier Giuseppe Conte in Consiglio, nel dibattito sulla nuova proposta di Recovery fund. Conte è stato molto duro in particolare con i Paesi che vogliono riservarsi un veto sull’attuazione del budget che è inaccettabile giuridicamente e politicamente perché altera l’assetto istituzionale europeo”. “L’Italia ha deciso di affrontare, di sua iniziativa, un percorso di riforme che le consentano di correre ma pretenderà una seria politica fiscale comune, in modo da affrontare una volta per tutte surplus commerciali e dumping fiscali, per competere ad armi pari”. Lo ha detto il premier Giuseppe Conte, a quanto riferiscono fonti italiane, nel suo intervento in Consiglio europeo. A chi chiede se Conte abbia voluto bocciare la nuova proposta di Michel, le stesse fonti rispondono che ha fatto un “discorso ampio”

Oltre alle riduzioni delle svvenzioni a fondo perduto, la proposta propone di dare ‘rebates’ (rimborsi)  più alti, di approvare una chiave di distribuzione modificata dei finanziamenti europei (60% dei fondi distribuiti in base a Pil e disoccupazione degli ultimi 5 anni- scrive l’Ansa-, e il 40% in base al calo della crescita solo dell’ultimo anno) e l’introduzione di un ‘freno di emergenza’ sulla governance, con la possibilità per i Paesi di bloccare l’esborso dei fondi e chiedere l’intervento del Consiglio. Nella nuova proposta del presidente del Consiglio europeo, Charles Michel  vengono aumentati i ‘rebate’, cioè i rimborsi (meccanismo correttivo della contribuzione al Bilancio) per Svezia, Danimarca e Austria. Si apprende a Bruxelles. Svezia e Danimarca ottengono 25 milioni in più rispetto alla precedente proposta, passando rispettivamente da 798 a 823 milioni, e da 197 a 222 milioni. All’Austria vanno 50 milioni in più, passando da 237 a 287 milioni. Risultano invariati invece i rebate per Germania e Olanda, rispetto alla proposta precedente di Michel. L’Italia però continua a difendere la centralità del ruolo della Commissione europea. “La proposta sulla governance presentata da Michel è un passo nella giusta direzione”: così fonti diplomatiche olandesi commentano il nuovo pacchetto sul tavolo del vertice Ue. Ma sottolineano come si tratti di un pacchetto, “e ci sono molte cose ancora da risolvere. Se ci riusciamo dipenderà dalle prossime 24 ore”.

 

“Nuovo giorno, nuovo negobox”. Lo ha twittato la ministra finlandese degli affari europei Tytti Tuppurainen, postando una foto che la ritrae insieme alla primo ministro Sanna Marin al Consiglio europeo. “La Finlandia è pronta a trovare una soluzione. La premier Marin Sanna è impegnata a lavorare sodo a tal fine”, ha aggiunto

 

“C’è un gruppo di Paesi, che noi chiamiamo un gruppo di avari, che si definiscono frugali. Vogliono un contributo minore al bilancio, che “noi invece definiamo bilancio per la ricostruzione dell’Europa”. Così il primo ministro polacco, Mateusz Morawiecki, parlando alla stampa nazionale prima dell’inizio della seconda giornata di trattative al vertice Ue. Il premier ha anche ribadito il ‘no’ di Varsavia a “meccanismi arbitrari” sull’allocazione dei fondi.

“Nel mio intervento ieri ho sottolineato che la pandemia non è finita ed è molto importante che lo teniamo in mente mentre stiamo discutendo“. Lo ha detto il premier bulgaro Bojko Borisov al suo arrivo al Consiglio europeo. “E’ sbagliato pensare che il Covid sia finito, non abbiamo ancora trovato un vaccino o dei medicinali e per questo ho insistito su questo punto – ha aggiunto -, dobbiamo sostenere al massimo i nostri medici, scienziati infermieri e tutti quelli che sono impegnati nella battaglia al Covid, e poi con i miei colleghi ho insistito sul fatto che è molto importante avere gli stessi protocolli di regole per tutti gli stati membri, le stesse regole come ad esempio l’uso delle maschere, o su come proteggerci e su quali comportamento adottare” per far fronte al coronavirus.

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