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Concorsi e mazzette per entrare nell’Esercito: arrestati due salernitani Cronaca Primo piano 

Concorsi e mazzette per entrare nell’Esercito: arrestati due salernitani

Concorsi truccati per entrare nell’Esercito e nelle forze dell’ordine, eseguite 14 misure cautelari su ordine del gip del tribunale di Napoli, Linda Comella . Ai domiciliari due salernitani: il 29enne Rocco D’Amelia , di Pagani; il 60enne Domenico Fiume , di Castel San Giorgio. Ai due, i pm della procura di Napoli contestano la ricettazione in concorso. A D’Amelia anche l’associazione per delinquere. Ma sono circa 150 gli avvisi di conclusione indagine notificati dalla guardia di finanza partenopea a candidati e loro familiari, indagati con l’accusa di aver pagato somme di denaro per avere le risposte ai quiz del concorso per volontario in ferma prefissata di 4 anni. Una procedura che consente ai vincitori di accedere a posti tra le forze armate e dell’ordine. Il tariffario ai sarebbe aggirato sui 15mila euro. Una maxi inchiesta, partita dalla denuncia di un giovane a cui sarebbe stato offerto l’acquisto delle risposte del concorso per allievo maresciallo nell’Arma dei carabinieri, bandito nel 2015-2016. Il 19 febbraio del 2016 questo 26enne casertano si è recato dalle fiamme gialle, raccontando che a fargli la proposta indecente sarebbe stato il generale di brigata Luigi Masiello , oggi in pensione, anch’egli finito ai domiciliari. L’ufficiale era stato candidato alle ultime comunali di Napoli con Ncd, nel centrosinistra. Quando i militari del Nucleo polizia economico finanziaria hanno bussato alla sua porta, per notificargli la misura, Masiello ha lanciato dalla finestra il cellulare. Per gli inquirenti, sarebbe un tentativo di nascondere prove. Due gli stratagemmi utilizzati dall’organizzazione, secondo gli investigatori: un “algoritmo”, applicabile alla maggior parte dei quesiti somministrati, consistente in una combinazione di 4 componenti numeriche da sommare tra loro, il cui risultato serviva a individuare le risposte esatte; una dispensa recante, per le materie non coperte dall’algoritmo, un estratto della banca dati pubblica, in cui c’era un numero limitato di quesiti identici o analoghi a quelli destinati a comporre i questionari. Dalle carte emerge che D’Amelia, insieme ad altri indagati, sarebbe tra quei titolari di diritto o di fatto delle scuole di preparazione ai concorsi che contattavano gli aspiranti vincitori, per vendergli la “formula magica” in precedenza acquisita. Fiume, individuato come collaboratore di D’Amelia, avrebbe a sua volta comprato il “kit del candidato truffaldino”, per cederlo a terzi e trarne profitto. Agli atti anche uno scatto preso dal telefonino dell’indagato Sabato Vacchiano (ai domiciliari): sta brindando con un’altra persona in un pub, sul bancone è scritto col gesso «Dario e Sabatino… i fottitori dello Stato ». Fonte: La Città di Salerno

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