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Commemorazione Marcello Torre, la Paganese omaggia la famiglia con una targa Provincia e Regione 

Commemorazione Marcello Torre, la Paganese omaggia la famiglia con una targa

Stamattina la Paganese Calcio   persona dell’Amministratore Unico Filippo Taiola presente durante la cerimonia a Via Perone ha omaggiato la famiglia di Marcello Torre con una targa commemorativa. Il sindaco, avvocato e presidente della Paganese fu assassinato l’11 dicembre di 40 anni fa.

Dopo l’elezione nel luglio 1980, il 23 novembre successivo si ritrovò ad affrontare il sisma dell’Irpinia, momento di congiuntura decisivo per il delitto maturato il successivo 11 dicembre, quando l’avvocato fu ucciso da un commando criminale che lo aspettava fuori dalla sua villa. L’otto dicembre un avvertimento aveva riguardato la moglie, Lucia De Palma : un colpo di lupara, esploso in aria all’esterno dell’abitazione, le aveva lasciato dei pallini di piombo sulla giacca. Torre in quei giorni era impegnato personalmente nell’assistenza ai suoi cittadini, guidava un’amministrazione comunale monocolore Dc, col ministro paganese Bernardo D’Arezzo nel ruolo di dominus della politica sul territorio provinciale. Soprattutto, Torre era stretto tra i fuochi della gestione locale del partito, corresponsabili del suo evidente isolamento, in contemporanea all’azione di forza dei gruppi criminali. Prima della sua esecuzione, erano stati uccisi a Pagani il sindacalista e cuoco Antonio Esposito Ferraioli e l’avvocato Michele Buongiorno , con la stessa arma, senza colpevoli. L’omicidio e l’inchiesta. L’agguato di Torre segna il salto di qualità, con l’eliminazione di un mediatore, un uomo attento alla politica, vicino più volte al partito comunista che in qualche modo lo stimava, più volte infangato prima e dopo la scomparsa dai giornali. Tra le sue presunte colpe- scrive la Città- c’è l’assistenza legale al suo cliente più noto, Salvatore Serra , alias “Cartuccia”, boss egemone sul territorio di Pagani, anche lui destinato ad una fine prematura in carcere, con un suicidio più che sospetto nel carcere di Ascoli Piceno. Per l’avvocato Torre, due processi puntano a mandanti ed esecutori, chiudendo con la condanna del capoclan della Nuova camorra organizzata, Raffaele Cutolo , e del killer Francesco Petrosino , con due assoluzioni per Salvatore Di Maio , il nocerino vicinissimo a Cutolo ribattezzato “Tore o’guaglione”, e Antonio Benigno . Oltre il sangue versato, che ferma l’azione di riforma e il lavoro squisitamente politico del paganese divenuto simbolo della sua città, Il testamento. Marcello Torre significa anzitutto il sogno, quello che appartiene alla propria vita e a come la si svolge.

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