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Codici: aumenti Enel Energia, migliaia di segnalazioni per la class action. Il libero mercato apre agli arbitri Attualità 

Codici: aumenti Enel Energia, migliaia di segnalazioni per la class action. Il libero mercato apre agli arbitri

Sono migliaia le segnalazioni che stanno arrivando agli Sportelli dell’associazione Codici dopo l’annuncio dell’avvio della class action nei confronti di Enel Energia. Si tratta soprattutto di consumatori che lamentano l’improvviso e sorprendente aumento da capogiro della bolletta, senza aver ricevuto informazioni preventive sulle variazioni. E sono proprio questi gli aspetti su cui si concentra l’iniziativa di Codici, che è anche impegnata al fianco dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato nel procedimento istruttorio avviato nei confronti della società. La società si giustifica con la previsione di Arera che per modificare le condizioni contrattuali basta una semplice comunicazione, senza fornire prova che il cliente l’abbia ricevuta. In questo modo, secondo Codici si spalanca la porta agli arbitri e soprattutto agli abusi di posizione dominante. Enel intanto rimane silente alle richieste di chiarezza delle associazioni di consumatori.

In un mercato libero dell’energia ci vogliono maggiori garanzie per il consumatore per evitare queste situazioni, sottolinea l’associazione Codici. Arera deve rivedere i suoi parametri e porre regole a tutela del consumatore e non dell’impresa. Nel mercato dell’energia e del gas non è sufficiente comunicare, decidere gli aumenti senza che questi siano adeguatamente motivati. L’energia non è un bene di lusso a cui si può rinunciare. “È quindi doveroso fare chiarezza su questi aumenti spropositati delle bollette – dichiara Ivano Giacomelli, Segretario Nazionale di Codici – e sulle modalità con cui Enel Energia comunica ai propri clienti i rinnovi contrattuali. Dalle segnalazioni che sono finite anche sotto la lente d’ingrandimento dell’Antitrust emerge un quadro a dir poco sconcertante. Mentre l’Agcm sta svolgendo le sue indagini, emergono troppi aspetti di questa vicenda che devono essere opposti con forza. Per questo abbiamo promosso un’azione collettiva, che prevede anche l’ordine di inibizione verso la società di applicare gli aumenti se non è in grado di fornire la prova della ricezione delle comunicazioni”.

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