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Caporalato e alimenti nocivi, 3 misure cautelari a Nocera Superiore Cronaca Primo piano Provincia e Regione 

Caporalato e alimenti nocivi, 3 misure cautelari a Nocera Superiore

Tre misure cautelari personali e reali con il sequestro preventivo di beni per un milione di euro, sono stati eseguiti dai Carabinieri del Reparto Tutela Agroalimentare (RAC) di Salerno e dalla Polizia Giudiziaria della Procura di Nocera Inferiore, nell’ambito di una indagine, per i reati di commercializzazione di sostanze alimentari nocive, corruzione, rivelazione di segreto d’ufficio e caporalato nel settore agroalimentare. Agli arresti domiciliari sono finiti A.P. ed M. T. mentre ad A.D.M. è stata notificato il divieto di dimora, tutti soci contitolari ed amministratori di un’industria conserviera operante nel settore agro alimentare del territorio nocerino-samese.

L’operazione di oggi, denominata “Crimson”, ha avuto origine dalle indagini che il 26 maggio dello scorso anno avevano già condotto al sequestro preventivo d’urgenza di un ingente quantitativo (800 tonnellate) di concentrato di pomodoro di origine egiziana contenente pesticidi sopra le soglie consentite ed in parte già distribuito sul mercato, con richiamo all’italianità del prodotto, ingenerando negli acquirenti l’idea che l’intera filiera produttiva del doppio concentrato di pomodoro, a partire dalla materia prima, fosse di origine italiana. Le ulteriori indagini hanno scoperto la corruzione di un funzionario pubblico responsabile dell’I.C.Q.R.F.-Ispettorato Centrale della Tutela della Qualità e della Repressione Frodi dei Prodotti Agroalimentari di Salerno.

In particolare, secondo l’accusa gli imprenditori, reiteratamente dal 2018, ricevevano dal funzionario pubblico informazioni in relazione alle attività investigative volte a riscontrare la salubrità dei prodotti conservieri commercializzati su larga scala in molteplici Stati esteri dalla S.p.a., pattuendo in corrispettivo l’assunzione per la figlia del funzionario, con erogazioni di correlati benefici economici da compiersi all’atto del suo pensionamento. Alla luce delle successive rivelazioni compiute dal funzionario agli investigatori è stata accertata la sostituzione, da parte degli imprenditori arrestati, del concentrato di pomodoro prelevato da analizzare, contenente pesticidi sopra la soglia consentita, con altro appositamente predisposto dagli imprenditori controllati, con un’operazione di disturbo al tracciamento di prodotti nocivi per la salute pubblica.

Nel corso delle attività investigative, è emersa anche la responsabilità per gli amministratori, titolari dell’industria conserviera, unitamente al dipendente D.M., destinatario del divieto di dimora, per il reato di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro, poiché, con condotte vessatorie, impiegavano lavoratori in condizioni di sfruttamento, ingenerando un forte timore negli stessi in relazione alla loro condizione di vulnerabilità.

In particolare, le vessazioni nei confronti dei lavoratori sottopagati in nero, che percepivano 4,35 euro all’ora, si sono anche concretizzate in turni massacranti di 43 ore continuative di lavoro, con osservazione, videosorveglianza e controllo continuo anche del tempo di permanenza in bagno che, se ritenuto eccessivo, portava alla decurtazione della paga fino ad annullare il pagamento per l’intera giornata lavorativa. In relazione a tali condotte veniva disposto ed eseguito il sequestro preventivo finalizzato alla confisca della somma di 979.803,86 euro, quale profitto del reato. Contestualmente, la Direzione Provinciale dell’I.N.P.S. di Salerno ha provveduto ad elevare sanzioni amministrative per euro 275mila e 600 euro.

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