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Capodanno da incubo a Cava de’ Tirreni: «Abbiamo rischiato una nuova Corinaldo» Cronaca Provincia e Regione 

Capodanno da incubo a Cava de’ Tirreni: «Abbiamo rischiato una nuova Corinaldo»

Arrivano segnalazioni su alcuni eventi organizzati presso alcuni night club, discoteche o ristoranti del salernitano dove improvvisazione e cattiva gestione potevano creare non pochi problemi. Tra le tante mail giunte in redazione abbiamo deciso di pubblicare quella di un’utente che ha visto trasformarsi la notte più bella dell’anno in un incubo:

A scrivere è Miria: “Notte di Capodanno in un locale a Cava de’Tirreni. Organizziamo un tavolo di 24 persone pagando 30€ a testa, fin qui tutto normale. Ci avvisano che essendoci circa duemila persone avremmo dovuto presentarci davanti al locale entro l’una di notte, e così abbiamo fatto.  Ecco lo scenario al nostro arrivo: una quantità immane di persone ammassate davanti all’ingresso del locale, nessuna transenna, nessun servizio d’ordine, nessuna fila, solo un’orda di gente stipata in quella piazzetta. Cerchiamo di formare una fila tra noi del tavolo, in circa un’ora riusciamo ad arrivare quasi davanti all’ingresso tra spintoni e urla di rabbia della gente. L’ingresso era largo un metro che veniva chiuso a tratti da due bodyguard intenti a urlare e insultare le persone che avevano pagato e avevano il diritto di entrare, mentre facevano entrare persone a caso. Nessuna lista, la “selezione” era la seguente :” Uno, due, tre, quattro, cinque, entrate!” indicando gente random. Intanto io ero intenta ad evitare un signore ubriaco fradicio che insultava i salernitani con cori, spingendo e strattonando (mi è arrivato un simpatico ceffone in faccia da questo soggetto). Un altro premio nobel ha deciso di improvvisarsi Newton testando le leggi della fisica e lanciando una bottiglia di plastica mezza piena in mezzo alla folla e prendendo in testa un ragazzo. Arrivata a questo punto, in fila da circa due ore e mezza al freddo schiacciata e con i gomiti di altre persone nei miei reni, con i piedi a tratti sollevati da terra perché tanto venivo sorretta dalla gente che spingeva, rischiando di cadere dalle scale e spaccarmi la faccia più volte (perché ovviamente in queste situazioni viene fuori l’istinto primordiale dell’essere umano, che lascia ogni briciolo di buon senso e inizia a spingere e a cercare la rissa), decido di chiamare il 112. Mi dicono di chiamare il commissariato di Cava. Chiamo, spiego la situazione e che mi sentivo soffocare, chiedo di inviare qualcuno per far sgomberare il posto, mi viene detto di allontanarmi. Alle 4:15 siamo riusciti ad andare via».

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