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Montaggio e rimozione sfere geodetiche a Capaccio/Paestum, la procura chiude le indagini: 11 persone nei guai Provincia e Regione 

Montaggio e rimozione sfere geodetiche a Capaccio/Paestum, la procura chiude le indagini: 11 persone nei guai

Montaggio delle cupole geodetiche nell’area archeologica di Paestum. Il pm Carlo Rinaldi della Procura della Repubblica di Salerno ha notificato un avviso di conclusione indagini preliminari nei riguardi di 11 persone, a carico delle quali vengono contestati, a vario titolo, i reati di abuso d’ufficio e realizzazione di opere/lavori in difformità o assenza di autorizzazioni, in concorso. I fatti risalgono agli anni 2014 e 2015.
Coinvolti l’ingegnere  Carmine Greco (in qualità di funzionario apicale dell’Area IV e Rup); Rosario Catarozzi (ex responsabile apicale Area I); i tecnici comunali Mario Barlotti e Antonio Franco; Barbara Immerso (direttore dei lavori di rimozione); Vittorio De Rosa ed Alfonso D’Auria (legale rappresentante e direttore tecnico della Dervit s.p.a.); Monica De Maria (legale rappresentante della Prima s.r.l.), Marcello Dattilo (legale rappresentante della Socome s.p.a.); Franco Carabelli (deceduto, all’epoca legale rappresentante della Tecost s.r.l.); gli ex amministratori unici della Paistom, Corrado Marino e Gerardo De Rosa (azienda speciale che eseguì le opere di montaggio/smontaggio nonché di rimozione di basamento e pavimentazione).
Gli indagati avranno ora 20 giorni di tempo per presentare memorie difensive o chiedere di essere sottoposti a formale interrogatorio dal pubblico ministero, il quale valuterà, poi, di chiedere il rinvio a giudizio o l’archiviazione in ordine ai reati contestati. Viene ipotizzata l’illegittimità delle determine con le quali l’affidamento della fornitura delle sfere fu frazionata in quattro distinte procedure, a vantaggio di altrettante società diverse, anziché ricorrere ad un’unica gara aperta, facendo di fatto lievitare i costi per le opere accessorie da 19mila a 228mila euro, in assenza di nuova delibera di Giunta e determina a contrarre. Agli ex amministratori della Paistom ed ai vari direttori dei lavori, invece, contestata la presunta violazione di alcune norme del Codice degli Appalti, nonché il mancato rispetto di specifiche tempistiche dettate dalla Soprintendenza e dal Consiglio dei Ministri per la rimozione delle cupole, l’esecuzione delle opere in assenza di un progetto esecutivo e dell’autorizzazione dell’Ufficio Tecnico regionale, oltre allo smaltimento irregolare degli inerti.
L’indagine del sostituto procuratore Rinaldi risale al 2014- scrive Stiletv-, allorquando il Comune di Capaccio Paestum acquistò le tre sfere per 628mila euro, spendendo altri 226mila euro per le operazioni d’installazione/assemblaggio. Con le tre cupole, perfettamente montate, si otteneva un’area complessiva coperta pari a 2.800 mq per consentire lo svolgimento della Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico nella zona dei Templi sottoposta ai vincoli della Legge 220.
L’11 marzo del 2015, a seguito delle segnalazioni trasmesse dagli allora consiglieri comunali di opposizione Pasquale Cetta, Nino Pagano, Franco Tarallo e Gennaro De Caro, richiedenti una verifica di conformità degli atti adottati dall’ente civico per l’acquisizione ed il montaggio delle sfere “nell’esclusivo interesse della comunità locale”, l’Autorità Nazionale Anticorruzione, presieduta da Raffaele Cantone, aprì un’istruttoria nei confronti del Comune di Capaccio Paestum, chiedendo lumi sull’intero iter burocratico adottato per la realizzazione delle strutture.
Il Comune rispose entro il termine di 30 giorni imposto dalla procedura (2 aprile 2015): nell’ottobre dello stesso anno, trascorsi oltre 7 mesi (ovvero un mese in più rispetto alla data – 11 settembre 2015 – stabilita per la chiusura dell’istruttoria), in virtù del silenzio-assenso da parte dell’Anac non fu rilevata alcuna irregolarità sulla questione.
All’Autorità Nazionale Anticorruzione, il Comune inoltrò la seguente documentazione: delibere di Giunta, pareri delle Soprintendenze competenti, specifiche tecniche e brevetti delle strutture, Capitolato e schemi grafici, lettere d’invito, verbali di gara, avviso di aggiudicazione, contratto d’appalto, certificato di collaudo, attestazioni di pubblica sicurezza TULPS, autorizzazione scarico in fognatura. Ora, dopo 5 anni, è la Procura della Repubblica di Salerno a passare al setaccio le procedure per l’esecuzione delle opere accessorie per il montaggio e smontaggio delle cupole.

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