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Botte alla moglie che faceva mangiare carne di maiale al figlio, condannato marocchino Provincia e Regione 

Botte alla moglie che faceva mangiare carne di maiale al figlio, condannato marocchino

“Il bambino non deve mangiare il maiale. Non deve dire il padre nostro»: così un marocchino, per queste stesse motivazioni, avrebbe aggredito e picchiato più volte la moglie, di nazionalità bulgara, “colpevole” di fornire a suo figlio i preparati per bambini e di violare i precetti religiosi.  Due anni e 4 mesi di condanna. Cibo che le regalava la chiesa, perchè secondo la testimonianza della vittima, il padre non avrebbe provveduto mai a portare del cibo a casa. La donna lo raccontò ai carabinieri, denunciando le violenze subite dopo l’ennesimo litigio: l’uomo l’aveva buttata a terra, per poi stringerle le mani alla gola, tentando di strangolarla, lanciandole addosso oggetti, bottiglie di vino e altro. Dopo i ripetuti maltrattamenti- scrive il Mattino-, inferti anche davanti al piccolo, la vittima denunciò tutto ai carabinieri e ai servizi sociali, cambiando anche casa, per poter cambiare vita e stare lontano dal marito. Al giudice raccontò che spesso l’imputato tornava ubriaco a casa, dopo aver fumato con gli amici; poi la pestava con estrema violenza. La vicenda, in primo grado, si è chiusa con la condanna a due anni e 4 mesi per l’accusa di maltrattamenti. «Un giorno c’era la festa di loro che ammazzano le pecore, perché è una loro festa di marocchini, e lui davanti al mio bambino ha tagliato la gola alla pecora, e il bambino si è spaventato molto, si è messo a nascondersi sotto la tavola, e diceva il Padre nostro. E lui si è spaventato: ha detto che non doveva dirla, quella preghiera; doveva dire che non ci sta Gesù». Sono alcuni dei passaggi della testimonianza della donna in dibattimento. Per questi fatti, il 39enne di origini marocchine, è stato condannato dal giudice monocratico del Tribunale di Nocera: oltre a scontare la reclusione dovrà pagare le spese di costituzione in giudizio a favore della donna. I fatti si consumarono a San Valentino Torio, dal 2011 fino agli anni a seguire.

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