Bmta a Paestum: le nuove sfide per il patrimonio sommerso nel segno di Sebastiano Tusa, consegnati i Premi volti a ricordare le sue progettualità
L’archeologia subacquea consente di raggiungere risultati importanti per la storia del rapporto tra l’uomo e il mare, non solo nell’antichità. Per onorare la memoria di Sebastiano Tusa, grande archeologo, studioso, amico della Borsa, ma soprattutto uomo del Sud, che ha vissuto la sua vita al servizio delle istituzioni per contribuire allo sviluppo locale e alla tutela del Mare Nostrum, la BMTA organizza annualmente una Conferenza Mediterranea sul Turismo Archeologico Subacqueo per dare grande attenzione alle destinazioni archeologiche subacquee mediterranee, e il Premio Internazionale di Archeologia Subacquea “Sebastiano Tusa”, con il coordinamento scientifico di Luigi Fozzati, volto a ricordare il suo impegno e le sue progettualità. “Un ricordo sentito e doveroso anche per l’eredità culturale che ci ha lasciato – ha detto il Fondatore e Direttore della Borsa Ugo Picarelli – specie quest’anno che ricorre il ventennale della Soprintendenza del Mare che lui fondò”.
Il Premio Tusa per il 2024 è stato conferito alla migliore mostra dalla valenza scientifica internazionale “Le vie dell’acqua a Mediolanum” a cura del Civico Museo Archeologico di Milano; al progetto più innovativo a cura di Istituzioni, Musei e Parchi Archeologici al White Crane Ridge (Baiheliang) Underwater Museum, Cina, “il primo museo sottomarino accessibile senza immersioni al mondo” riconosciuto dall’UNESCO; al miglior contributo giornalistico in termini di divulgazione a John Pedeferri Giornalista Sky TG24, riconoscimento alla carriera a Luis Filipe Monteiro Vieira de Castro Professore di archeologia subacquea presso la prestigiosa Università di Coimbra. Consegnata anche la Targa “Claudio Mocchegiani Carpano” alla migliore tesi di laurea sull’Archeologia Subacquea “Tra relitti ed ancore: rendere pubblica l’archeologia subacquea” di Simone Falqui – Università di Siena.
“La BMTA è un’occasione importante per raccontare e illustrare le azioni messe in campo dalla Fondazione in linea con i progetti e le idee di Sebastiano – ha spiegato Valeria Patrizia Li Vigni Presidente Fondazione Sebastiano Tusa – come la “Carta di Ustica”, il documento, replicabile nelle altre isole, che abbiamo realizzato sulla tutela e valorizzazione del patrimonio materiale e immateriale di terra e sommerso con alcuni criteri fondamentali per la tutela dell’isola e del suo equilibrio geologico, biologico marino e per la valorizzazione del patrimonio archeologico costiero e sommerso. Riteniamo fondamentale il coinvolgimento dell’intera comunità nella ricerca e documentazione delle tradizioni dell’isola e dei giovani attraverso le attività sportive. È importante altresì la Rete del Patrimonio Sommerso che abbiamo realizzato coinvolgendo molte istituzioni, musei ed università europee, nell’intento comune di valorizzare e conoscere anzitutto questo patrimonio e stabilire delle regole che, come per la Carta di Ustica, devono servire da esempio da portare avanti e da replicare in più Paesi del Mediterraneo per la salvaguardia e tutela di questo Mare Nostrum”.
“Anche quest’anno continuiamo a mettere in campo visioni e buone pratiche da consegnare ai territori e ai decisori pubblici. Già prima della pandemia avevamo lanciato la proposta della candidatura di un Itinerario Culturale Europeo dei Siti Archeologici Subacquei. Il patrimonio archeologico esprime sempre più la componente di esperienzialità: far vivere al viaggiatore un’esperienza e al tempo stesso la consapevolezza della tutela del sito visitato. E proprio nell’ambito della sostenibilità, se si cerca di ampliare la fruizione del patrimonio sommerso è opportuno interrogarsi sulla certificazione di una guida preposta”. Così il Fondatore e Direttore della BMTA Ugo Picarelli ha introdotto i lavori dell’incontro “Il Turismo Archeologico Subacqueo: da un Itinerario Culturale Europeo dei Siti Archeologici Subacquei all’istituzione della Guida Archeologica Subacquea” in cui ci si è confrontati sulla necessità di individuare e formalizzare la figura più idonea per la visita del patrimonio sommerso in Italia.
Tra problemi normativi e di sicurezza, legislazione carente e burocrazia, il confronto ha visto convenire i partecipanti sulla necessità di “collocare con un’identità precisa la figura della guida di archeologia subacquea – come ha spiegato Luigi Fozzati Esperto di Archeologia Subacquea, già Dirigente MiBAC.
“L’accessibilità consapevole è sicuramente la chiave – ha detto Francesca Romana Paolillo Soprintendente Nazionale per il Patrimonio Culturale Subacqueo – dobbiamo agevolare turismo e fruizione consapevole, e a mio avviso è assolutamente fondamentale per le guide stabilire una formazione standardizzata precipuamente sulla conservazione del patrimonio del sito sommerso, fornendo la necessaria competenza giuridica affinché questa figura possa istruire il visitatore su come godere a pieno del sito senza alterarlo”.
“Gli operatori sono il primo presidio della tutela” – ha rimarcato Fabio Pagano Direttore Parco Archeologico dei Campi Flegrei nel raccontare l’esperienza nel Parco Sommerso di Baia, così come Salvo Emma della Soprintendenza del Mare della Regione Sicilia dove “funziona la gestione delle visite affidate ai diving autorizzati”, ha spiegato, “anche se condivido l’auspicio a formare una professionalità ad hoc”.
La nostra Federazione è favorevole e proiettata a rilasciare brevetti specializzati allo scopo ma il rischio che temiamo è di formare figure brave e competenti ma che poi non hanno un brevetto spendibile sul mercato” ha evidenziato Ugo Claudio Matteoli Presidente FIPSAS Federazione Italiana Pesca Sportiva Attività Subacquee e Nuoto Pinnato, mentre Marco Lerma Presidente Nazionale Federazione Italiana Attività Subacquee ha ammonito: “prima di formare la guida bisogna formare il subacqueo consapevole. Normativa e disciplina per la tutela del patrimonio sommerso vanno inculcate a tutti”.
All’incontro è intervenuto inoltre Manrico Volpi Trainer Subacqueo Albatros progetto Paolo Pinto per illustrare “Il ruolo inclusivo dei sub non vedenti”.
Presentato il 3° Censimento condotto dall’Associazione Nazionale Archeologi, la rilevazione ha evidenziato un’inaspettata inversione di tendenza rispetto ai dati dell’ultima indagine, condotta nel 2011, con un quadro in netto miglioramento per la categoria: crescono gli stipendi degli archeologi italiani, così come aumentano i professionisti che, negli ultimi 10 anni, riescono a fare della professione la loro unica attività lavorativa. Il merito, secondo l’ANA, va anche all’entrata in vigore della Legge 110/2014 e dei suoi decreti attuativi (D.M. 244/2019), che hanno riconosciuto ufficialmente la figura dell’archeologo, gettando le basi per un’evoluzione della professione che permette oggi di indirizzare meglio le politiche di settore. Altro passaggio normativo fondamentale è stato l’inserimento della figura dell’archeologo all’interno del Codice dei contratti pubblici, dal 2019, come erogatore di servizi per le pubbliche amministrazioni, al pari di ingegneri e architetti. Resta forte la necessità di avere un mercato del lavoro sempre più sano e regolamentato dal punto di vista di tariffe e condizioni lavorative, con il 54,17% degli intervistati che vorrebbe cambiare la propria tipologia contrattuale. I numeri prendono in considerazione un campione di 1080 professionisti, su un totale di 5.500 archeologi attivi in Italia. “I dati mostrano con forza come il riconoscimento normativo abbia positivamente inciso sul miglioramento professionale dell’intera categoria, schiudendo settori di lavoro precedentemente preclusi o con poca apertura alla presenza degli archeologi – ha detto Marcella Giorgio Presidente dell’Associazione Nazionale Archeologi – Gli stessi professionisti dichiarano una soddisfazione professionale crescente e più stabile del passato. Nonostante tutto, però, le difficoltà legate alle instabilità del mercato e a guadagni troppe volte non conformi all’alta specializzazione professionale rendono la percezione del proprio futuro lavorativo ancora non solido. A tale dato, si unisce quello che mostra un settore professionale flagellato da comportamenti abusivi e discriminatori a livello di genere e/o orientamento sessuale. La scelta, quindi, di presentare questi dati nel corso della XXVI Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico di Paestum, di fronte alla presenza di rappresentanze politiche, sindacali e professionali, non è casuale ma dettata dalla volontà di continuare a costruire un sempre più consapevole sviluppo professionale degli archeologi italiani”.