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Bimbo morto al Ruggi, archiviazione per 9 medici Cronaca 

Bimbo morto al Ruggi, archiviazione per 9 medici

Prosciolti dalle accuse, dopo gli esiti dell’autopsia e gli esami tecnici del caso, 9 medici finiti nel registro degli indagati per la morte di Alessandro Mondelli.Il bambino di cinque mesi è deceduto lo scorso 27 gennaio 2023 dopo le dimissioni dall’ospedale Ruggi d’Aragona. Ricoverato presso il reparto di Pediatria del nosocomio di via San Leonardo, dove i medici gli avevano diagnosticato una bronchiolite, il neonato – come scrive oggi “Le Cronache” – viene dimesso nella giornata di giovedì.

Durante la notte un nuovo malore e il giorno successivo la corsa in ospedale ma proprio durante il trasporto Alessandro perde i sensi e i genitori, papà originario di Perdifumo e la mamma di Castellabate, chiedono aiuto ai carabinieri per accelerare il trasferimento. Il bambino perde la vita proprio mentre il mezzo del 118 corre verso il pronto soccorso dell’ospedale di Battipaglia. Dall’autopsia emerge che Alessandro era completamente disidratato con una forte perdita di sodio e potassio.

Nel registro degli indagati vengono iscritti 11 sanitari con l’ipotesi di reato di omicidio colposo per responsabilità mediche.

Tra di loro anche la dottoressa S.B., difesa dall’avvocato del foro di Salerno Carlo Balbiani: «Già nel corso delle indagini preliminari e quando è stato disposta la consulenza tecnica da parte della Procura, noi avevamo i nostri consulenti tecnici e abbiamo chiesto un’integrazione degli esami da effettuare, tra cui l’esame tossicologico.

Le indagini hanno portato alla richiesta di archiviazione, come giusto che sia, perché da parte della mia assistita non c’è nessun tipo di responsabilità, la sua condotta è stata ineccepibile – ha dichiarato il legale – Una vicenda drammatica che ha segnato tutti ma ritengo corretto l’orientamento della Procura che ha archiviato la posizione della mia assistita che ha avuto un comportamento sanitario impeccabile».

Archiviata anche la posizione di altri otto sanitari perché, come emerge dal dispositivo firmato dal sostituto procuratore della Repubblica, “non è emersa alcuna condotta colposa riferibile ai sanitari che hanno gestito il paziente fino alla data del 25 gennaio 2023, ovvero coloro che risultano indagati nell’ambito di questo procedimento penale

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