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Bambino ucciso dalla meningite: cinque indagati Cronaca Primo piano Provincia e Regione 

Bambino ucciso dalla meningite: cinque indagati

Cinque medici sotto inchiesta per il decesso del bimbo di due anni e mezzo a causa di una meningite. Ad essere indagati per omicidio colposo sono tre medici dell’ospedale “Martiri di Villa Malta a Sarno” – uno in servizio al pronto soccorso, un pediatria e un rianimatore – e due all’”Umberto I” di Nocera. L’incarico per eseguire l’autopsia sulla salma sarà affidato venerdì e probabilmente l’esame autoptico sarà eseguito nella mattina o nel primo pomeriggio. Il bambino è morto di sepsi meningococcica di ceppo B, l’unico per il quale non era vaccinato, non essendo obbligatorio anche se viene offerto gratuitamente dalla Regione per i nati dal 2017 in poi. La vicenda sanitaria del piccolo sarnese inizia lunedì sera: «Il bimbo è arrivato attorno alle 20,30 di lunedì al Martiri di Villa Malta – afferma il direttore sanitario Alfonso Giordano -. I medici del pronto soccorso hanno chiesto una consulenza pediatrica ma il pediatra era impegnato in sala parto e i genitori non hanno voluto attendere, lasciando l’ospedale verso le 21,30 e indirizzandosi all’ “Umberto I” di Nocera Inferiore. Qui, dalle 22 in poi, il bimbo è stato nuovamente visitato da un pediatra che ha prescritto il ricovero in base anche agli accertamenti eseguiti. I genitori hanno rifiutato il ricovero del figlio e lo hanno portato a casa. Il giorno dopo, intorno alle 6,40 lo hanno riportato in ospedale a Sarno: i medici del pronto soccorso, il pediatra e l’anestesista hanno praticato tutte le manovre possibili ma le condizioni critiche in cui il bimbo è arrivato non gli hanno dato scampo. Nel frattempo, avevano anche già allertato l’ospedale Cotugno di Napoli – la struttura regionale di riferimento per le malattie infettive, ndr- che era pronto a riceverlo, ma sarebbe stato necessario prima stabilizzarlo per trasferirlo». Questa è la ricostruzione della direzione sanitaria dei due ospedali. La voce che circola da ambienti vicino alla famiglia è che un medico dell’ospedale di Nocera avrebbe riferito loro che era necessario solo rifare le analisi, da qui la decisione di riportare il figlioletto a casa. Tutti elementi che poi andranno riscontrati anche rispetto a quanto riportato nelle cartelle cliniche. Fonte: La Città di Salerno

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