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Arechi Calcio, patron Stammelluti amareggiato dalla situazione arbitri Calcio Dilettanti Sport 

Arechi Calcio, patron Stammelluti amareggiato dalla situazione arbitri

Eduardo Galeano ha scritto spesso di calcio raccontando il meraviglioso mondo dell’America latina, tra le sue frasi, quella più bella è “Un giornalista chiese alla teologa tedesca Dorothee Solle: come spiegherebbe a un bambino che cosa è la felicità? Non glielo spiegherei rispose, gli darei un pallone per farlo giocare”. Il campionato di Terza Categoria è probabilmente il più grande testimone a questa citazione di Eduardo Galeano, ma da qualche tempo qualcosa sta cambiando.

Lo sa bene Claudio Stammelluti presidente dell’Arechi Calcio che dopo una stagione difficilissima, con una rosa allestita in quindici giorni e poche gioie, si è impegnato con la società coinvolgendo nel progetto altri ragazzi ampliando sia la rosa che lo staff tecnico diretto da Ruben Romano.

Quest’anno abbiamo deciso di ripartire azzerando la stagione d’esordio e lo abbiamo fatto perché vogliamo crescere, divertirci e vincere. Ormai anche in Terza Categoria ci sono società molto ben organizzate, si curano non soltanto gli aspetti di gioco, ma si vedono account social gestiti in maniera professionale con tante immagini e grafiche degne di campionati superiori, le squadre investono nei kit di rappresentanza e per giocare su campi sempre più belli e costosi.

Ogni domenica incontriamo compagini che annoverano in rosa calciatori che potrebbero tranquillamente disputare campionati superiori e il livello considerato troppo superficialmente basso si è notevolmente alzato per tutta una serie di fattori, sia per i terreni di gioco in sintetico sia per fattori extracalcistici, con tanti ragazzi costretti a scendere in questa categoria sia per problemi di lavoro o per altri impegni o semplicemente per giocare al calcio senza pressioni.

Quest’anno abbiamo una buona squadra eppure il nostro inizio di stagione non è stato dei migliori, abbiamo perso di misura dopo una buona gara con la capolista all’esordio, poi siamo scivolati nel secondo tempo in casa dell’ottimo Salerno Guiscards. Nelle ultime due partite siamo cresciuti nonostante la sconfitta di misura rimediata dalla Pegaso e il pari di domenica a Mercato San Severino con il San Lorenzo Pizzolano. Per noi non è un dramma, siamo una società giovane ma sappiamo bene che rifondare quasi del tutto la rosa, può costringerci ad un periodo di rodaggio un po’ più lungo, inoltre stiamo affrontando anche alcune assenze e speriamo di avere presto a disposizione Scarpinati, Califri, Porcaro, Pappalardo e Di Muro fermi ai box per motivi diversi.

Tutte le persone che fanno parte di questo progetto, amano il calcio ed è proprio per questo amore che ci impegniamo e investiamo tempo e risorse, a nostre spese abbiamo fatto sostenere le visite mediche a tutti i tesserati, a nostre spese e con il sostegno degli sponsor abbiamo dotato gli atleti di tutto quello che serve per divertirci assieme, affrontando costi importanti anche per giocare e allenarci in una struttura sportiva bellissima.

Per tutti questi motivi oggi sono profondamente amareggiato per quello a cui ho dovuto assistere domenica nella sfida con il San Lorenzo Pizzolano. La partita è finita meritatamente con un segno x, risultato di un tempo per parte in cui le squadre hanno dominato e realizzato due reti ciascuna, ma non posso non esprimere l’amarezza che ho provato nel vedere una partita maschia rischiare di diventare un ring di boxe a causa di un arbitro francamente imbarazzante.

Per fortuna il buon senso ha prevalso, segno della grande maturità dei giocatori in campo ma a parte l’episodio che ci ha condannati, il fallo ritenuto rigore che se c’era, era almeno un metro fuori dalla nostra area di rigore, quello che rattrista è la gestione del match da parte del signor Ferracane, sempre lontano dall’azione di gioco forse sorpreso dalla buona condizione atletica delle due squadre.

Sono sincero nell’ammettere che probabilmente l’amarezza provata ha trovato sfogo proprio nel modo in cui i nostri avversari sono giunti al pareggio e pur riconoscendo che l’arbitro come un giocatore o un allenatore o chiunque può commettere degli errori, non posso non sottolineare che generalmente gli errori portano a delle conseguenze, un calciatore che sbaglia un comportamento tattico in campo viene sostituito, uno che viola il regolamento viene ammonito o peggio espulso ma se l’errore lo commette un arbitro di terza categoria, non c’è nessun tipo di provvedimento e non mi riferisco all’episodio se pur irritante già citato.

Pochi minuti dopo il rigore subito, abbiamo assistito ad una entrata killer di un giocatore avversario ai danni di un nostro tesserato. Un intervento chiaramente volontario e frutto di un precedente scontro di gioco deciso tra i due calciatori non ritenuto falloso da parte del direttore di gara. L’arbitro aveva deciso di sanzionare l’autore del fallo solo con un cartellino giallo, abbiamo poi scoperto a fine gara leggendo il referto che il giocatore avversario non risultava neppure tra gli ammoniti.

Non voglio credere alla mala fede di nessuno e sono ben consapevole delle difficoltà che un arbitro può avere nella gestione di una partita al fronte delle novità normative di quest’anno e senza l’aiuto dei guardialinee ma voglio fare una riflessione sul fatto che gli arbitri pur avendo il diritto di divertirsi assieme agli altri 22 giocatori in campo, devono fornire le tutele necessarie al fine che i novanta minuti siano tutto tranne che una potenziale macelleria rusticana e che ad ogni fallo sia corrisposta la giusta sanzione per evitare che gli inevitabili errori in cui possono incorrere, diventino il pretesto per vendette e giustizia personali e su questo voglio elogiare l’atteggiamento dei miei tesserati che se pur protestando, non hanno mai mancato di rispetto ad avversari e arbitri.

Questo non è un grido di accusa contro gli arbitri, anzi vuole essere proprio uno stimolo a chi può permettere agli arbitri di disputare partite senza il rischio di ritrovarci a commentare episodi spiacevoli. Parto dalle società di calcio che dovrebbero aiutare il ventitreesimo calciatore in campo senza scadere nella facile tentazione di atteggiamenti poco sportivi. Mi rivolgo poi a chi gestisce gli arbitri e che ha il dovere di garantire alle società che investono tempo e risorse, di avere a disposizione arbitri che conoscano e applichino il nuovo regolamento che tutelino l’integrità fisica degli atleti sanzionando interventi volontari e anti sportivi che non dimentichino i loro provvedimenti disciplinari che siano in grado di seguire le azioni di gioco con maggiore prontezza proprio perché la Terza Categoria non è più un campionato tra scapoli e ammogliati.

La Terza Categoria è un torneo che cresce sempre di più, intorno al quale cresce la visibilità e l’attenzione dei media, basti osservare i numeri dei profili social delle società iscritte ma anche e soprattutto perché non è umanamente accettabile esporre una persona che vuole divertirsi, ad uno spettacolo che ferisce innanzitutto se stesso e potenzialmente gli atleti e le società, dopo gli episodi accaduti anche in Prima Categoria (con il Santa Maria 2012 che per protesta ha abbandonato il campo) credo sia necessaria maggiore attenzione da parte di chi deve giudicare l’operato degli arbitri.”

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