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Accusata di estorsione e sospesa dall’albo, avvocatessa denunciata a Nocera riabilitata dalla Cassazione Cronaca Primo piano 

Accusata di estorsione e sospesa dall’albo, avvocatessa denunciata a Nocera riabilitata dalla Cassazione

Sospesa dall’ordine forense per essere stata denunciata con l’accusa di estorsione. La Corte di Cassazione annulla l’ordinanza (senza rinvio) e riabilita un avvocato sospeso dall’albo per 6 mesi. La storia emerge a Nocera Inferiore quando il legale P.C. aveva difeso d’ufficio in un processo, per poi informarla dell’esito e della possibilità di fare appello. Ma l’imputata, un avvocato, le avrebbe chiesto un risarcimento di 3 milioni e mezzo di euro, accusandola di non averla informata dell’assenza del decreto che disponeva il giudizio, né di quella difesa d’ufficio. L’avvocatessa era finita nel mirino del pm (che ha chiesto il rito immediato) e fu sospesa tempo fa per sei mesi dalla professione, con l’accusa di tentata estorsione. Secondo le accuse della procura, nel processo che la vide condannare a 3 anni in primo grado per due tentate estorsioni, la donna era stata difesa d’ufficio. Al termine, il legale che l’aveva rappresentata, del foro di Nocera Inferiore, l’aveva poi contattata per comunicarle l’esito e per riferirle della possibilità di fare appello. Ma il legale l’avrebbe invece accusata di scorrettezza, non informandola di una serie di circostanze, tra le quali quella sua difesa d’ufficio, che le avrebbe impedito di nominare un avvocato di fiducia. Ragion per cui le aveva chiesto un risarcimento di oltre 3 milioni di euro, poi preteso con l’invio di diverse mail, che spinsero la collega di Nocera a sporgere denuncia. Per la procura, la vittima fu invece corretta e collaborativa, ritenendo “false” le accuse del legale. Nelle motivazioni della decisione, i giudici della Corte di Cassazione hanno evidenziato “l’insussistenza di una minaccia con connotazioni estorsive impongono l’annullamento dell’impugnata ordinanza e la revoca della misura interdittiva applicata alla avvocatessa di 45 anni risultando del tutto
eccessivo ogni ulteriore indagine in ordine alla configurabilità del reato dal momento che tale fattispecie incriminatrice non consente – per ragioni edittali – l’applicazione o il mantenimento della misura”. Per quanto riguarda la somma milionaria richiesta all’avvocato nocerino proprio gli ermellini hanno specificato di non entrare nel merito ma che la vicenda, nata due anni fa, sarà da discutere in separata sede. E in base alla decisione della Suprema Corte, potrebbe anche cambiare il capo di imputazione per la professionista, se non addirittura- dopo aver chiesto il rito immediato- presentare al giudice per le udienze preliminari di Nocera Inferiore un’istanza di proscioglimento dalle accuse finora contestate.

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