Accadde oggi: il 27 luglio del 1860 il delirio colpisce il pittore van Gogh
Una domanda sorge spontanea: la frase “probabilmente auto-inflitta”, cosa vuol dire realmente? Diciamo che la parola “probabilmente” potrebbe un po’ renderci perplessi. Purtroppo si sa ben poco, sappiamo che la mattina del 27 Van Gogh esce dal suo alloggio, ad Auvers-sur-Oise (nell’albergo dei coniugi Ravoux) e rientra la sera, visibilmente sofferente; per questo motivo gli albergatori chiamano il dottor Gachet, che non può fare altro che constatare la presenza di una grave ferita da arma da fuoco “al fianco” del pittore, ma alla domanda che il dottore rivolge all’artista sul come si sia procurato quella ferita, Vincent risponde dicendosi di essersi sparato un colpo di pistola; giustamente ci troviamo di fronte una persona particolare, in bilico tra realtà e fantasia, una vita abbastanza contorta, ma non per questo si poteva definire pazzo. La pallottola, per qualche motivo oscuro, però non venne estratta ed il medico si limitò semplicemente ad avvisare il fratello, Theo. Vincent morì con il fratello accanto la mattina del 29, in maniera tranquilla e rilassata; al suo funerale erano presenti solo sei persone.