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Accadde oggi: il 27 luglio del 1860 il delirio colpisce il pittore van Gogh Attualità 

Accadde oggi: il 27 luglio del 1860 il delirio colpisce il pittore van Gogh

Accadde oggi: il 27 luglio 1860, 170 anni fa, il pittore olandese Vincent van Gogh, dopo essere tornato a casa dalle campagne che circondano il paese Auvers in Francia, si spara un colpo di pistola al petto. La sua morte, avvenuta 2 giorni dopo, avvalora la tesi della pazzia di Van Gogh e lo ascrive al “club dei geni maledetti” che annovera i nomi di artisti come Caravaggio Edgar Allan Po. Autore di quasi 900 dipinti e più di mille disegni, senza contare i numerosi schizzi non portati a termine e tanti appunti destinati probabilmente all’imitazione di disegni artistici di provenienza giapponese. Tanto geniale quanto incompreso in vita, van Gogh influenzò profondamente l’arte del XX secolo.  Dopo aver trascorso molti anni soffrendo di frequenti disturbi mentali, morì all’età di 37 anni per una ferita da arma da fuoco, molto probabilmente auto-inflitta. In quell’epoca i suoi lavori non erano molto conosciuti né tantomeno apprezzati. Questo è ciò che si legge sui vari siti, sui vari libri. Purtroppo rimane un gran mistero che avvolge l’arco temporale dal 27 al 29 luglio.

Una domanda sorge spontanea: la frase “probabilmente auto-inflitta”, cosa vuol dire realmente? Diciamo che la parola “probabilmente” potrebbe un po’ renderci perplessi. Purtroppo si sa ben poco, sappiamo che la mattina del 27 Van Gogh esce dal suo alloggio, ad Auvers-sur-Oise  (nell’albergo dei coniugi Ravoux) e rientra la sera, visibilmente sofferente; per questo motivo gli albergatori chiamano il dottor Gachet, che non può fare altro che constatare la presenza di una grave ferita da arma da fuoco “al fianco” del pittore, ma alla domanda che il dottore rivolge all’artista sul come si sia procurato quella ferita, Vincent risponde dicendosi di essersi sparato un colpo di pistola; giustamente ci troviamo di fronte una persona particolare, in bilico tra realtà e fantasia, una vita abbastanza contorta, ma non per questo si poteva definire pazzo. La pallottola, per qualche motivo oscuro, però non venne estratta ed il medico si limitò semplicemente ad avvisare il fratello, Theo. Vincent morì con il fratello accanto la mattina del 29, in maniera tranquilla e rilassata; al suo funerale erano presenti solo sei persone.

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