INDIANA JONES DI CASA NOSTRA!
Insieme all’avvocato Simone Labonia, leviamo un plauso all’attività delle Forze dell’Ordine per la Difesa dei Beni Culturali ed approfondiamo gli aspetti legali del problema.
Il traffico illecito di opere d’arte rappresenta una delle piaghe più devastanti per il patrimonio culturale mondiale. Questo fenomeno, spesso associato a furti e scavi archeologici illeciti, non solo priva i paesi delle loro radici storiche e culturali, ma alimenta anche il mercato nero internazionale e infranazionale. L’Italia, ricca di siti archeologici e opere d’arte di inestimabile valore, è particolarmente vulnerabile a queste attività criminali.
Gli scavi archeologici illeciti costituiscono una delle principali modalità attraverso cui avviene il traffico di reperti. Questi scavi, condotti senza autorizzazione e in violazione delle normative di tutela del patrimonio culturale, portano alla distruzione di contesti archeologici e alla perdita di informazioni storiche fondamentali. Gli oggetti rinvenuti vengono spesso venduti a collezionisti privati o finiscono sul mercato nero internazionale, alimentando un circolo vizioso di illegalità e perdita culturale.
La normativa italiana, in particolare il Codice Penale, prevede sanzioni severe per chiunque sia coinvolto nel traffico illecito di opere d’arte.
L’articolo 174 del Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio, punisce chiunque distrugga, deteriori, disperda, o comunque danneggi beni culturali. Inoltre, l’articolo 518-bis del Codice Penale introduce il reato di furto di Beni Culturali, prevedendo pene più severe rispetto al furto comune. La Cassazione, in varie sentenze, ha ribadito l’importanza della tutela del patrimonio culturale, confermando la legittimità delle pene severe per i reati connessi.
A livello internazionale e comunitario, l’Unione Europea ha adottato diversi provvedimenti per contrastare il traffico illecito di opere d’arte. Tra questi, la Direttiva 2014/60/UE del Parlamento Europeo e del Consiglio, che riguarda la restituzione dei beni culturali usciti illecitamente dal territorio di uno Stato membro. La normativa europea mira a facilitare la cooperazione e a garantire il ritorno dei beni culturali trafugati ai legittimi proprietari. Inoltre, la Convenzione dell’UNESCO del 1970, ratificata da molti Stati membri dell’UE, rappresenta un ulteriore strumento di contrasto al traffico illecito, promuovendo la collaborazione internazionale nella protezione del patrimonio culturale.
Nonostante questi sforzi, il fenomeno del traffico illecito di opere d’arte continua a prosperare.