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Centomila voci contro le mafie. Gli studenti anticamorra sfilano a Napoli Attualità 

Centomila voci contro le mafie. Gli studenti anticamorra sfilano a Napoli

Centomila voci contro la camorra, gli studenti arrivati da tutto il Centro Sud sono in piazza a Napoli per il corteo organizzato da Libera contro le mafie in occasione della giornata di memoria e impegno per le vittime innocenti. In testa al corteo un grande lenzuolo, 20 metri per 10, con l’arcobaleno della pace gigantesco e tante bandiere. Trecento i pullman giunti da tutta Italia nel capoluogo partenopeo. Presenti esponenti del sindacato e delle istituzioni, studenti, e soprattutto i parenti delle vittime giunti a Napoli da tutta Italia. Il corteo scandisce i nomi di tutte le 1055 vittime innocenti di mafia: semplici cittadini, magistrati, rappresentanti delle forze dell’ordine, sacerdoti, imprenditori, sindacalisti, esponenti politici e amministratori locali. Ci sono il presidente della Camera Roberto Fico, il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi e il leader dei Cinquestelle Giuseppe Conte.

«La lotta alle mafie parte dal ruolo della conoscenza, dal valore intrinseco ai saperi e dal loro potenziale trasformativo della società, che si consuma poi nella piena realizzazione della giustizia sociale, della democrazia partecipata per spezzare le relazioni di potere e di clientela che tengono in ostaggio le nostre città», dicono i rappresentanti degli studenti Uds.

«Negli ultimi mesi, come anche storicamente, ci siamo interrogati su come agisce la mafia sul nostro territorio e abbiamo scoperto – sottolineano – i volti di chi, pur vivendo disagi legati al fenomeno mafioso in Campania, non è riconosciuto dall’opinione pubblica in quanto vittima del sistema che lo circonda. Abbiamo rivolto lo sguardo quindi a tutte quelle fonti di disparità di cui le mafie si alimentano per trarre braccia e profitto: la nostra regione sconta alti tassi di abbandono scolastico, che in alcuni Comuni si aggira addirittura intorno al 50% per le e i giovani tra i 15 e i 24 anni».

«Anche quest’anno, la nostra presenza per testimoniare un ruolo che esercitiamo tutti i giorni in difesa della legalità, come pilastro fondamentale, anche per stabilire la direzione che vogliamo dare ai cambiamenti dopo tanti, troppi anni di crisi che purtroppo mettono in difficoltà le persone, fratturano una società e la rendono ancora più fragile anche e soprattutto nei confronti del potere criminale». Sono le parole del segretario confederale della Cgil, Giuseppe Massafra.  «Questi sono gli eroi del nostro tempo e quindi vanno sempre ricordati, anche nella specificita’ delle loro vite. Non dobbiamo abbassare la guardia nei confronti di ogni forma di illegalità, corruzione, caporalato, sfruttamento delle persone e il PNRR deve servire a unire il paese, non a fare in modo che purtroppo si possano ingrassare le grandi mafie. Questo è l’intendimento della giornata e dobbiamo costruire insieme un contratto per la legalità e lo sviluppo che dia certezze ai lavoratori, alle imprese e alle famiglie, con una grande attenzione alla trasparenza negli appalti», dice invece Andrea Cuccello, segretario confederale Cisl. «Oggi siamo qui in piazza per testimoniare come sia importante esserci in questi momenti. La memoria non deve essere dimenticata, deve continuare il nostro impegno giornaliero e noi ringraziamo Libera, siamo al fianco di ogni iniziativa perchè la memoria è importante», aggiunge Emanuele Ronzoni, segretario confederale Uil.

«Scendere per strada e reclamare i propri diritti e’ sempre importante. La cattiveria delle persone brutte si nutre del silenzio dei buoni, se tutti i buoni alzassero la voce le persone cattive sarebbero già scomparse da tanto tempo», ha detto don Maurizio Patriciello. «Se insieme a noi scendono anche le istituzioni a tutti i livelli, ancora una volta abbiamo fatto il pieno perchè bisogna stare insieme in questa battaglia che e’ contro le camorre, contro le mafie e anche contro questa guerra terribile orribile che si sta scatenando sotto i nostri occhi che vinceremo soltanto insieme».

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